Tra proteste e documenti inviati a tutti gli organi istituzionali continua, inesorabile, il cammino del DDL scuola che vorrebbe attuare la buona scuola senza conoscere la vera scuola, ignorando, volutamente, quanto sia rischioso introdurre criteri di arbitrarietà in un comparto già tanto vessato come quello scolastico. In campo, tra gli altri, per la Campania ci sono Daniela Margiotta e Davide Capobianco con una nutrita schiera di docenti “ Contestiamo il metodo- dichiara Daniela Margiotta membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione- una legge di riforma non può ignorare il malessere di un intero comparto. La complessità della scuola avrebbe dovuto indurre ad una riflessione più attenta e in una dimensione di ascolto delle rappresentanze sindacali e dei docenti” In effetti seguendo le attività e gli interventi al Senato ci si rende conto di quanto sia sconosciuta agli stessi senatori la “complessità” richiamata dalla Margiotta “ Abbiamo inviato un documento condiviso da migliaia di docenti- dichiara Davide Capobianco – abbiamo incontrato senatori di ogni schieramento, ma sembra che tutto sia stato inutile. Oggi siamo ancora qui, in piazza a Roma per far sentire la nostra voce!” Questa la piazza del malessere mentre, nelle stanze del palazzo, pasolinianamente inteso, la politica segue le proprie idee e , nel teatrino del gioco delle parti, ognuno cavalca la posizione più comoda. I “doveristi” dissidenti del PD andranno al ravvedimento e voteranno secondo i desiderata di Renzi, così, tra borbottii e critiche, faranno molti dei gruppi misti , cri e gal, poi si schiereranno, senza alcun rischio di andarsene a casa, i pentastellati che sulla questione della scuola hanno risalito le loro percentuali e, con buona pace della buona fede dei docenti, hanno acquisito un consenso inaspettato e immeritato. La Lega e FI hanno giurato battaglia, ma anche per loro non c’è rischio alcuno. L’assemblea salverà se stessa! Insomma il “doverismo” salverà le poltrone … un 31 salva tutti che , in compenso, decreterà la rovina della scuola mettendo in campo una riforma che non fa della scuola una scuola migliore, che non prende in considerazione i disabili, che va a calarsi su una situazione di edilizia scolastica disastrosa, che non ha bandito i titoli comprati da agenzie di pochi scrupoli ma con molte amicizie politiche e che non tiene in nessun conto il diritto allo studio, la conoscenza e la formazione del cittadino. Insomma si darà il via ad una scuola che vivrà di pubblicità e di potere, che sarà ostaggio della politica, che farà il mercato delle iscrizioni in modo molto più spregiudicato… la scuola che non ci può piacere e che proprio buona non è!

Stefania Modestino

 

 

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