AVERSA – Nervi sempre più tesi nel gruppo consiliare di Noi Aversani dove si sta combattendo una guerra di logoramento tra il capogruppo Rosario Capasso e i consiglieri comunali Nico Nobis e Paolo Galluccio. I due giovani e volenterosi consiglieri comunali rispondono a delle critiche che lo stesso Capasso ha formulato attraverso un quotidiano locale.
Una lunga risposta per spiegare che nessuno ambisce a ricoprire l’incarico che attualmente è ricoperto da Capasso e per rimarcare i meccanismi che non funzionano all’interno della lista civica fondata dal sindaco Giuseppe Sagliocco. Documento che si conclude con l’evidenziare la “volontà disgregatrice” di una parte della maggioranza.
Un’accusa forte che sicuramente Capasso non farà passare in silenzio anche perché, a breve, in consiglio comunale dovrà essere approvato il bilancio di previsione e alla luce degli annunci dei giorni scorsi i numeri per l’amministrazione Sagliocco non sono scontatati. All’avvocato toccherà scegliere se usare un tono conciliante o arrivare alla resa dei conti.
Ecco la nota integrale:
“Tra le tante cose –scrivono in una nota Galluccio e Nobis- che dispiace apprendere dai giornali o dai siti a tema, c’è stato, nei giorni scorsi, il proclama del nostro capogruppo che, in tema di carente interazione tra consiglieri di Noi Aversani, dichiarava di <<…non aver ricevuto comunicazioni ufficiali da parte dei consiglieri – Nobis e Galluccio – in merito alla mancanza di dialettica e condivisione di tutte le notizie che riguardano il nostro gruppo, e l’invito a ricorrere alla dialettica e non ai mass media, soprattutto nelle sedi deputate, nonchè di essere pronto a qualsiasi confronto ed – infine – se qualcuno volesse prendere il suo posto, che sarebbe ben lieto di cederglielo>>. Ebbene, in queste parole è evidente esserci una conflittualità di fondo, soprattutto per la temuta “scalata” alla poltrona di capogruppo.
Invero, soprattutto in merito alla curiosa e, decisamente fantasiosa, ambizione di qualcuno di noi ad assumere il ruolo del capogruppo, ci teniamo a precisare che in alcun modo ed in alcuna sede, è mai stata chiesta o solo ipotizzata una tale fandonia. Anzi, laddove qualcuno avesse letto qualcosa in proposito, è invitato a darcene prontamente notizia. Stia sereno, pertanto, il caro amico Rosario, del fatto che nessuno di noi ambisce ad essere il capogruppo di questo gruppo. Il suo intervento, per quanto riportato, è poco comprensibile, come tante cose ultimamente, dalle quali si riesce a carpire una strana volontà nient’affatto amalgamante ma volta, invece, a creare divisione e confusione. Per di più, c’è da replicare che in qualsiasi confronto che, finora, c’è stato tra consiglieri e tra amici di Noi Aversani, abbiamo sempre, senza alcuna remora, palesato la mancanza di interazione tra noi, e tali cose erano stata già esaustivamente rappresentate al capogruppo, il quale per dichiarare di avere necessità di richieste scritte nelle debite sedi istituzionali, esprime la chiara volontà di non volere più un confronto interno, amichevole e costruttivo, bensì uno formale e distaccato, del quale dobbiamo, giocoforza, prendere atto. Vorrà dire che, in futuro, chiederemo di ricevere tutte le informazioni che il capogruppo deve condividere con i consiglieri mediante strumenti formali e scritti, assecondando la sua volontà, e potendo così comprovare tutte le mancanze cui facciamo, da tempo, riferimento.
Infine, per quanto concerne il tribunale, altro argomento di cui si è dedotto esservi nostre lamentele, le famose riunioni del martedì pare fossero predisposte tra i capigruppo e non già tra tutti i consiglieri per ovvie ragioni organizzative, con il compito per i primi di informare i secondi di tutto quanto necessario, magari previa acquisizione della volontà del gruppo così come per ogni altro argomento cui si discute a nome del gruppo, anche se è ovvio che nessun consigliere sarebbe stato messo alla porta nel caso si fosse presentato. Pertanto, se il ruolo di capogruppo viene fatto a piacimento, e quando fa comodo, non si dica che la mancanza appartiene a noi, rispettosamente assenti dagli incontri istituzionalmente circoscritti ai capigruppo. Appare, dunque, di intuitiva evidenza la inspiegabile volontà disgregatrice che, allo stato, non riusciamo a collocare in alcuna prospettiva e di cui siamo costretti, nostro malgrado, sempre più a prendere atto.