CASERTAÈ ormai più di un anno che la lotta al gassificatore di Capua ci vede impegnati in una contrapposizione forte e decisa per evitarne l’installazione. Un impianto che, in perfetta linea con la logica dei piani regionale e provinciale per i rifiuti, altro non è che un inceneritore mascherato e, in più, del tutto sperimentale, quindi inadatto per la vicinanza dal centro abitato del terreno individuato per la sua costruzione. Ma non solo. La storia del gassificatore è la storia, già vista e rivista, di come chi amministra il nostro territorio si presti a continue manovre speculative che favoriscono esclusivamente i conti in banca di affaristi d’ogni risma ed assicurano un radioso futuro per le carriere di politicanti di professione.

Un impianto sbandierato come la nuova frontiera della tecnologia da un sindaco che confondeva i Cip6 (gli infami finanziamenti pubblici dati a chi costruisce inceneritori) con un nuovo tipo di microchip, che sosteneva la scomparsa delle discariche grazie al gassificatore (che invece ne richiede di nuove per i rifiuti speciali che produce) e che, alla fine, giustamente, è stato commissariato per non essere stato capace nemmeno di attuare il minimo di raccolta differenziata degna di un paese civile. Ma non solo: il sindaco Antropoli era arrivato al punto di mettere a disposizione un terreno, per ospitare il gassificatore, che si è poi scoperto non essere nella disponibilità del comune di Capua. Un pasticcio vergognoso orchestrato in combutta con il presidente della Provincia Zinzi, degno rappresentante di quella classe politica che ha condotto l’Italia sull’orlo del baratro.

La questione gassificatore ha suscitato rabbia popolare e, quasi da subito, un processo di autorganizzazione dal basso che ha portato alla nascita di un ampio e trasversale movimento che, tra assemblee, iniziative, presidi e cortei ha lanciato il chiaro messaggio ai poteri forti che i loro progetti speculativi e affaristici non avranno sicuramente vita facile, soprattutto quando a pagarne le conseguenze saranno la nostra salute, la nostra dignità e le nostre tasche.

Ad oggi si apprende da diversi quotidiani e da voci di palazzo, che lo scellerato proposito di portare un gassificatore a Capua potrebbe essere stato accantonato a causa delle molteplici ed innegabili criticità da sempre denunciate dal movimento NoGas.

Pur ricevendo con un certo favore la notizia, come movimento non possiamo per nulla ritenerci soddisfatti delle mere dichiarazioni di stampa o degli inciuci di palazzo, che senza un impegno formale lasciano il tempo che trovano, in uno scenario che troppo spesso si ritrova ad essere una scacchiera dove le pedine vengono mosse in base a disegni affaristici mutevoli, alleanze speculative di circostanza, giochi politici e di potere.

Quello che ci interessa, invece, è di mettere un punto definitivo alla questione gassificatore e, per farlo, c’è bisogno di mettere in campo un’azione decisa da parte di tutte le forze che, in modalità diverse, si sono opposte alla costruzione dell’impianto in questo anno e mezzo di lotta. Vogliamo che arrivi da parte delle istituzioni competenti una chiara, decisa e definitiva presa di posizione contro l’impianto e, fino ad allora, la nostra lotta non si fermerà.

Pertanto, sabato 15 giugno diamo appuntamento a Capua, per un tavolo di confronto e di azione al quale formalmente invitiamo tutto il fronte di opposizione al gassificatore di Capua, alla devastazione ambientale ed al biocidio della nostra terra. Ci rivolgiamo, con questo appello, anche ai parlamentari dei diversi schieramenti dichiaratisi contrari all’impianto, ai sindaci di Terra di Lavoro che sono stati dalla parte del movimento NoGas: siete chiamati dalle stesse popolazioni di questa provincia a dare un contributo concreto e fattivo ed assumere le indicazioni del movimento per individuare la strada giusta da battere al fine di concludere il capitolo gassificatore con una grande vittoria popolare e democratica.

 

Movimento NoGas

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