AVERSA – “Vogliamo un sindaco, non un podestà”. Mai come stavolta i Giovani Democratici hanno colto nel segno. Le nuove leve del Pd hanno preparato un manifesto che ritrae Giuseppe Sagliocco su una poltrona regale con una corona in testa. Lo sfottò nasce da una brillante idea di Marco Villano, il più combattivo dei consiglieri comunali d’opposizione. E come dare torto ai Giovani Democratici. Che Sagliocco fosse allergico alla democrazia non è una novità.

Ma da quando è diventato sindaco di Aversa la sua naturale avversione al confronto e alla dialettica ha raggiunto picchi da record. Inimmaginabili. E’ abituato a parlarsi addosso, a non ascoltare, dimostrando ancora una volta di non conoscere la differenza tra governare e comandare. Non gli passa neanche per l’anticamera del cervello che lui è semplicemente un amministratore pro tempore, non il “proprietario” di Aversa.

E continua a gestire la macchina comunale col motto: “Qui comando io!”. Guai a contraddirlo. Non accetta neanche il confronto con la “sua” maggioranza. Chi nel centrodestra ha l’ardire, non di contestare (sarebbe troppo), ma di sollevare soltanto qualche dubbio sulle decisioni che il primo cittadino pretende di assumere da solo, diventa un nemico giurato, un traditore da gettare in pasto a certi organi di informazione asserviti al sultano.

E’ la sorte toccata agli ex An, additati come i responsabili prodotti dalla passata amministrazione, omettendo di dire che i partiti che appoggiavano la giunta Ciaramella, sono gli stessi che sostengono la giunta Sagliocco. E che molti di quei consiglieri comunali, colpevoli – a suo dire – del “declino” di Aversa, sono gli stessi che oggi siedono al suo fianco in Assise.

Sagliocco si sente come un re. E in quanto tale non accetta critiche da nessuno. Gli unici che possono beneficiare dei suoi favori sono i cortigiani pronti ad applaudire ad ogni parola proferita dal re. Qualcuno potrebbe eccepire: “Vabbè, sarà anche poco democratico, però sta risolvendo i problemi della città”. Macché.

Finora le uniche cose degne di nota prodotte da Sagliocco sono le promesse su quello che farà. Come se la campagna elettorale non fosse ancora finita. In ogni sua uscita legge un libro dei sogni che per gli aversani si sta trasformando in incubo.

Lui si sente un re, ma per ora si è dimostrato un giullare.

Mario De Michele

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