Nel dibattito politico cittadino si torna a parlare dell’ipotesi di trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà per gli alloggi esterni all’insediamento Us Navy. Il gruppo consiliare di opposizione “Giovani per Gricignano”, formato da Vincenzo Santagata e Vittorio Lettieri, ha presentato un’interpellanza, da discutere in consiglio comunale, per chiedere al sindaco Andreea Moretti, alla giunta e alla maggioranza consiliare “quale intendimento hanno sull’argomento, considerato che la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà è ancora di attualità”.
I consiglieri di minoranza ripercorrono le tappe dell’iter amministrativo avviato il 4 novembre del 2008, quando il consiglio comunale approvò una delibera per manifestare la volontà politica di trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà sugli immobili realizzati all’esterno della cittadella americana. Il provvedimento varato dal civico consesso ottenne nel giugno del 2011 il via libera dell’Avvocatura dello Stato, che si pronunciò sui quesiti posti dalla Commissione straordinaria.
Durante la gestione straordinaria dell’ente, l’iter burocratico non ebbe seguito, ma si vocifera che l’attuale maggioranza vorrebbe procedere alla cessione dei suoli. Da qui l’iniziativa di Santagata e Lettieri, i quali chiedono una discussione in consiglio per capire le intenzioni del sindaco e della sua coalizione, “in considerazione – si legge nell’interpellanza – del voto contrario dell’allora consigliere comunale di opposizione Andrea Moretti”.
In sostanza, il gruppo “Giovani per Gricignano” vuole verificare se il primo cittadino è ancora contrario alla trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà, oppure (chissà per quale recondita ragione) oggi ha cambiato idea. La delibera approvata in consiglio nel 2008 passò con 15 voti favorevoli, mentre gli allora consiglieri di opposizione Antimo Verde e Moretti votarono contro. Contestando fermamente la decisione della maggioranza dell’epoca, l’attuale sindaco motivò il suo “no” dicendo che lui non avrebbe mai venduto “i beni e i gioielli di famiglia”.
Se fossero vere le voci che fanno presagire un cambio di rotta di Moretti, il sindaco avrebbe il dovere di spiegare ai cittadini da allora ad oggi cos’è cambiato. Se, come lui stesso dichiarò in assise, la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà equivaleva alla vendita dei “beni e dei gioielli di famiglia”, perché il Comune oggi se ne dovrebbe privare? Cui prodest? Peraltro oggi non sembrano esserci “obblighi di legge”.
Nel maggio 2008, infatti, la giunta manifestò la volontà di cedere i suoli perché nel 2007 il Comune sforò il patto di stabilità interno per i debiti con Acqua Campania che ammontavano a circa 1,5 milioni di euro. E in base alla normativa vigente avrebbe dovuto porre in essere atti per rimettere in ordine le casse comunali entro il 30 giugno del 2008.
Ma all’inizio del 2009 l’amministrazione riuscì a riequilibrare il bilancio grazie ad una transazione (solo sulla sorta capitale del debito) con Acqua Campania e con un’entrata straordinaria di oneri di urbanizzazione. In altre parole, la passata maggioranza prese in considerazione la cessione dei suoli per rientrare nel patto di stabilità.
Oggi invece (se le voci di corridoio fossero confermate) quali sarebbero le motivazioni per dare il via libera alla trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà? E in tal caso, il sindaco voterebbe a favore o contro la vendita “dei beni e dei gioielli di famiglia?
Mario De Michele