Cose mai viste. Il caso Puc si arricchisce di un altro capitolo misterioso, in perfetto stile Agatha Christie. Che getta lunghe ombre sull’approvazione (avvenuta, così sembrava, il 18 maggio) da parte della giunta di Gricignano del preliminare del Piano urbanistico comunale. Ombre che si trasformano in legittimi sospetti anche alla luce del fatto che il provvedimento fu varato senza la partecipazione alla seduta dell’esecutivo degli assessori Alfonso Buonanno e Attilio Guida. I quali peraltro inviarono proprio il 18 maggio al sindaco Moretti e al segretario comunale una comunicazione, tramite Pec (posta elettronica certificata, con tanto di ricevuta di consegna), per avvisare il primo cittadino e il dirigente comunale di essere impossibilitati a partecipare alla seduta di giunta per motivi personali. I due assessori chiesero anche il rinvio della seduta e di essere informati in anticipo e per iscritto delle convocazioni dell’esecutivo e degli argomenti all’odg. Fregandosene altamente dei due componenti dell’esecutivo, Moretti, il vicesindaco Andrea Aquilante e l’assessore Michele Oliva (tutti e tre in lizza alle comunali, Aquilante è candidato sindaco) diedero via libera al Puc il 18 maggio. La conferma “ufficiale” arrivò dal portale web Pupia (clicca qui) di proprietà di Aquilante, divenuto l’organo d’informazione della lista “Uniti si può fare”. Il giorno dopo, cioè il 19 maggio, il sito annunciò, dandolo per certo, il varo dello strumento urbanistico con la pubblicazione addirittura dei grafici e illustrando alcune misure contenute nel Puc. Niente di strano, vi starete dicendo. Se non fosse per l’assenza di ben 2 componenti su 3 della giunta. E se non fosse, cosa forse anche più grave, che Pupia, ripetiamo, di cui è dominus Aquilante, pubblicò l’articolo sull’ok al preliminare del Puc prima ancora che la delibera fosse pubblicata sull’albo pretorio online del Comune. Un vero pastrocchio, divenuto un “pasticciaccio brutto”.
Scopriamo oggi che in realtà il Puc è stato approvato lo scorso 23 maggio e affisso all’albo pretorio il 25 maggio. Date diverse, stessa modalità. Anche peggiore. Stavolta, a quanto si apprende, il sindaco Moretti non si è neanche degnato di avvisare, nemmeno con una telefonata o un sms, gli assessori Buonanno e Guida. E ha varato il preliminare del Puc con i soli voti favorevoli di Aquilante e Oliva, oltre il suo. Incredibile ma vero. Probabilmente è la prima volta nella storia amministrativa di tutti i comuni d’Italia che un provvedimento di tale rilevanza sia varato nel bel mezzo della contesa elettorale. Chiunque sospetterebbe che si tratti di un’arma da utilizzare per racimolare voti. Se a ciò si aggiunge che l’organo d’informazione ufficiale di Aquilante ha dato per certa l’approvazione del Puc il 18 maggio, senza mai essere smentito, mentre il Piano è stato varato il 23 maggio, allora siamo di fronte ad un caso che presenta tantissimi lati oscuri. Su cui il trio Moretti-Aquilante-Oliva dovrebbe fare immediatamente chiarezza. Per ora possiamo azzardare un’inquietante ipotesi: i tre candidati alle comunali, forse non avendo il 18 maggio tutte le “carte” a posto, hanno utilizzato il portale online del vicesindaco per avere 5 giorni in più per andarsi a “spendere” il Puc in chiave elettoralistica. Cinque giorni in più per procacciarsi voti. La nostra è solo un’ipotesi. Forse la meno maliziosa. Non è escluso che dietro il caso Puc ci siano “manovre” ancora più gravi, di cui potrebbe occuparsi a breve la magistratura. Un’ultima ma doverosa osservazione. Gli assessori Guida e Buonanno avrebbero chiesto chiarimenti al segretario comunale sull’accaduto. Avrebbero anche annunciato che sarebbero pronti a presentare un esposto alle autorità competenti. Ma ci permettiamo di porre una domanda, non ce ne vorranno, a Guida e Buonanno: dopo essere stati presi a pesci in faccia per ben due volte cos’altro aspettano per dimettersi da assessori?
Mario De Michele