“La prossima legislatura sarà dura” e servirà “un esecutivo stabile” perché “Italia ed Europa non saranno uscite dalla crisi”. Lo sottolinea in una intervista a Repubblica il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini, spiegando che non si tratta di chiedere all’Udc di “entrare nel centrosinistra” ma di siglare un “patto di legislatura”. Patto che “non cambia il nostro campo, quello dei progressisti, Sel compresa” perché si tratta di fare “una alleanza di una legislatura con un pezzo di moderati e riformisti”.
Comprensibili, secondo Franceschini, le resistenze ma “un’alleanza che vada oltre il nostro campo è necessaria. Casini ha fatto una legislatura all’opposizione e non vedevo storcere il naso né gli elettori né i nostri poco convinti quando è stato determinante nel contrastare e far cadere il governo Berlusconi”. L’alleanza ampia, per l’esponente del Pd va fatta “per vincere, perché ci troveremo davanti una destra che farà una battaglia disperata e spregiudicata con Berlusconi ancora in campo e un inevitabile rapporto con la Lega”. Poi “per ragioni numeriche”, perché “non si può affrontare un’altra legislatura con una maggioranza risicata in Parlamento”. Infine perché “per affrontare scelte difficili c’é bisogno del consenso sociale più largo del tradizionale campo dei progressisti”.