SAN NICOLA LA STRADA – Nel Programma Triennale dei lavori pubblici 2014-2016, approvato con deliberazione di G.C. nr. 3 del 14.01.2014, veniva inserito la realizzazione della “Proposta di finanza di progetto (il cosiddetto project financing) per la realizzazione di un forno crematorio presso il cimitero di San Nicola La Strada.
La ditta G.S.C. Costruzioni s.r.l. ha presentato, ai sensi dell’art. 153 del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i. comma 19, uno studio di fattibilità, in data 12/12/2013 prot. nr. 17935, finalizzato alla realizzazione e gestione di un forno crematorio presso il cimitero di San Nicola La Strada. Dato atto che l’Amministrazione non ha ancora definito le linee guida per la realizzazione dell’impianto sopra indicato, l’esecutivo cittadino con la deliberazione nr. 24 del 21 marzo 2014 ha dato atto che le proposte inerenti la realizzazione di un impianto per cremazione potranno essere prese in considerazione solo dopo la definizione delle linee guida che l’Amministrazione stabilirà con successivo atto deliberativo. Con una popolazione di circa 22.000 residenti non si capisce il perché, o quanto meno l’utilità, di un sistema di cremazione delle salme che, comunque, non saranno così numerose da consentire un ricavo per la ditta che ha proposto la realizzazione del forno crematorio che dovrà sborsare una somma elevata. La proposta invece, temiamo che sia orientata per soddisfare le esigenze di un più ampio bacino territoriale perché in tutta la Regione Campania vi è un solo impianto di cremazione, mentre in tutt’Italia sono appena 50 gli impianti funzionanti. La risposta è semplice: nessuno li vuole perché fonti di inquinamento atmosferico e di degrado ambientale. Come può la Città di San Nicola la Strada aver detto NO alle discariche Lo Uttaro, Ecologica Meridionale, New Ecology, e, pochi giorni orsono nel corso di un consiglio comunale aperto, alla società D&M di Via Retella che aveva chiesto alla Regione Campania l’autorizzazione alla gestione di rifiuti pericolosi e non, ed, ora, consentire l’installazione di un impianto di cremazione ?. Durante la cremazione, nei forni crematori si sviluppano svariate sostanze nocive, in parte anche molto problematiche. Per esempio il mercurio delle otturazioni dentarie può contaminare anche per decenni il terreno circostante. Inoltre i crematori sono situati spesso in zone densamente popolate, anche se queste strutture mediante sistemi di post trattamento dei fumi, dagli anni Novanta hanno ridotto le emissioni. Durante l’incenerimento della salma nella bara, una volta raggiunta una determinata temperatura, avviene l’ossidazione. In questa fase la salma, la bara con il rivestimento, i vestiti ed eventualmente altri accessori vengono inceneriti, generando diverse sostanze dannose. Le emissioni vengono generate anche dall’impiego di bruciatori a gas (forni riscaldati a gas), nella misura in cui il vettore energetico non sia l’elettricità (forni riscaldati elettricamente). I crematori emettono in particolare le seguenti sostanze nocive: polvere; monossido di carbonio (CO); ossidi di azoto e zolfo (NOx, SO2); composti organici volatili (COV); composti inorganici del cloro e del fluoro (HCl, HF); metalli pesanti. Inoltre possono aggiungersi emissioni di mercurio (dall’amalgama nelle otturazioni dentarie) e diossine clorurate e furani (PCDD/PCDF).
Nunzio De Pinto