Mettiamoci d’accordo: è Natale o Carnevale? Per la maggior parte delle Chiese cristiane la festività che celebra la nascita di Gesù cade il 25 dicembre. Per alcune Chiese romano-orientali la natività viene decantata 13 giorni dopo (il 7 gennaio). Nel 2020 il Capodanno cinese, paragonabile alle nostre festività natalizie, è fissato per il 25 gennaio. Da occidente a oriente c’è una differenza temporale di massimo un mese. Quest’anno ad Orta di Atella, che fa eccezione in tutto, si corre il rischio di confondere due ricorrenze distanti nel tempo: il Natale e il Carnevale, appunto. A ingenerare confusione è Salvatore Del Prete, per gli amici “Magò”, politico che resterà nella storia amministrativa italiana per aver battuto il record di scioglimenti per camorra: ben due in soli 10 anni. Un primato impossibile. Non per uno in gamba come l’architetto-assessore-consigliere, prima brancacciano poi anti-brancacciano, successivamente vozziano e oggi villaniano.

Insomma, buono per tutte le stagioni. Se vivesse in Cina il 2020 sarebbe l’anno ideale di Del Prete: l’anno del Topo. Quando la nave milionaria del suo mentore-padrone politico, ovviamente Angelo Brancaccio come sanno anche i sassi, stava per affondare lui, il Del Prete, è subito scappato. Si è diretto presso la caserma dei carabinieri di Orta di Atella è ha spifferato all’allora comandante Felice De Nicola tutti gli affari sporchi degli anni del cemento. Peccato che ha parlato solo dei business di Brancaccio. È stato colto da un’improvvisa amnesia sui propri affari. La sua conversione sulla via della legalità è avvenuta tra il 2009 e il 2010. Il sacco della città era bello che fatto. E Del Prete è stato, solo dopo Brancaccio, il maggiore protagonista di un giro di soldi sudici di circa un miliardo di euro.

Eppure al solerte comandante De Nicola, almeno da quanto risulta dalle carte giudiziarie, non passò nemmeno per l’anticamera del cervello di chiedere a Del Prete: archite’ mi dici pure quanto denaro sporco hai intascato tu? Una domanda che avrebbe posto anche un bambino, non solo a “Magò” ma anche a tutti gli altri commensali dell’impero Brancaccio. In ordine sparso: Francesco Gianfranco Piccirillo, Luigi Ziello, Nicola Iovinella, Lina Capuano, Tommaso Dell’Aversana, Nicola Arena, Giovanni Migliaccio, Salvatore Del Prete “Monsignore”, Rosa Minichino, Massimo Lavino e tanti altri bacchettanti. Per un comandante assetato di meritato successo come De Nicola (chissà perché ci viene in mente l’Acquedotti?) il primo indiziato doveva essere Del Prete “Magò”.

Dal 2006 al 2008 è stato consigliere di maggioranza del civico consesso sciolto per infiltrazioni mafiose. Nelle elezioni comunali del 2006, annus horribilis cui fa riferimento anche il Governo nel decreto di scioglimento per camorra dell’amministrazione Villano, l’architetto Del Prete era l’uomo di fiducia di Brancaccio (dormì a casa sua l’anno dopo quando subì il primo arresto per non lasciare sola la famiglia). Non a caso nelle amministrative del 2006 il candidato “Magò”, che potremmo definire pure “Mago” per le sue doti trasformistiche, incassò ben 520 preferenze, pari al 8,11% dei voti di lista. Indovinate chi fu l’unico a prendere più voti di lui? Chiaramente Brancaccio che fece la consueta abbuffata di voti, addirittura 1205. Da solo raccolse il 18,80% dei consensi ottenuti dal raggruppamento capeggiato dall’altro Del Prete, quel “Monsignore” di nomignolo ma non di fatto (in basso l’esito tutte le preferenze pubblicate sul sito ufficiale del Comune di Orta di Atella).

Ma niente, al comandante De Nicola non avvertì la sete, ci torna in mente l’Acquedotti, di indagare a fondo su l’architetto Del Prete. Era certo che fosse candido e pulito: omnia munda mundis. Al punto che durante la campagna elettorale del 2018 De Felice, nel frattempo spedito ad Alife a rinfrescarsi le idee, fece un post Fb di totale sostegno a Del Prete incitandolo ad andare avanti sulla strada della legalità. Avranno pure festeggiato assieme per l’agognata vittoria elettorale. E che miseria! Un servitore dello Stato, un uomo in divisa, un rappresentante dell’Arma dei carabinieri che manifesta via social stima e amicizia nei confronti, per dirne solo una, dell’autista di Brancaccio nel viaggio Milano-Lugano per raggiungere la banca svizzera dove l’allora sindaco ortese riciclò 330mila euro di tangenti ricevute dall’imprenditore della camorra Sergio Orsi.

E oggi, dopo il secondo scioglimento per mafia, lo stesso Del Prete ha il coraggio barbaro di attaccare il Collettivo Città Visibile addirittura sul Piano urbanistico comunale, il settore nel quale lui in prima persona, in concorso con Brancaccio e con i suelencati gozzoviglianti, ha fatto carne da macello. “Ritengo – ha dichiarato a un portale riveciamoepubblichiamo.it – di non poter accettare lezioni di “contrarietà” al Puc da nessuno e soprattutto da chi come Città Visibile all’epoca dei fatti non proferirono parola alcuna sull’argomento perché probabilmente presi da altre vicende o perché testimoni di una posizione politica diversa dalla mia”.

Caspita! Che integrità, che onestà, che moralità. Alla fine della fiera il braccio destro di Brancaccio si erge sul piedistallo per puntare l’indice addirittura contro quei poveretti di Città Visibile, tra i pochissimi a non aver mai azzuppato (termine che chissà perché ci ricorda un geometra) durante il boom edilizio. Lo fa proprio Del Prete Magò, che a detta del suo maestro Brancaccio, ha intascato tangenti a raffica. E se non consideriamo Brancaccio attendibile quando parla di tangenti allora davvero ci sorge il dubbio che forse è Carnevale. Per festeggiare il Natale andremo in Cina il 25 gennaio dell’anno prossimo. Nella speranza di non incontrare sul posto nessun ex amministratole locale proveniente da Orta di Atella per riciclare soldi sporchi nella nazione della Muraglia.

Mario De Michele

(continua…)

 

I RISULTATI DELLA LISTA BRANCACCIANA ALLE COMUNALI 2006

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