CASERTA – Dichiarare illegittima la convocazione del congresso con conseguente annullamento e disporre la pubblicazione degli elenchi dei votanti al congresso. E’ la doppia richiesta avanzata da Luigi Roma, iscritto al Popolo della Libertà di Parete, al collegio Nazionale dei Probiviri che va a inasprire lo scontro tra la dirigenza targata Giuliano – Sagliocco e il gruppo di ex Alleanza Nazionale vicino al due Coronella Landolfi.
L’area che, in contemporanea con l’assise del Crawne Plaza, ha quindi deciso di spostare la sua battaglia anche sul piano statutario, così come annunciato da Coronella e Landolfi all’indomani dell’ufficializzazione degli eletti nella nuova direzione provinciale. Elezione sancita – secondo Giuliano e Polverino – dal voto di oltre 6000 iscritti. Un dato fortemente contestato soprattutto da Gennaro Coronella che, dai microfoni del nostro portale, chiese a Giuliano di pubblicare gli elenchi dei votanti. Richiesta, fino ad oggi, caduta nel vuoto.
ECCO IL TESTO COMPLETO DEL RICORSO
“Il Congresso di una qualsiasi organizzazione sia essa partitica o associativa in genere rappresenta il momento più alto e significativo per la comunità che vuole impegnarsi in una fase elaborativa di analisi e prospettiva. Questo elementare principio non ha trovato nel congresso provinciale di Caserta la benché minima forma o sostanza. La decisione di celebrare il congresso, infatti, è stata assunta in maniera “clandestina”, come un accordo tra pochi intimi successivamente trapelato attraverso indiscrezioni giornalistiche. Non esiste, nella fattispecie, alcuna richiesta congiunta di indizione del congresso da parte del coordinatore e vice coordinatore provinciale, né da parte del subcommissario regionale (equiparato dallo Statuto al vice coordinatore vicario regionale). Solo dalla stampa, Gazzetta di Caserta del 4 Settembre 2012, che si allega, veniva riportata la notizia del congresso per il 29 settembre e di un incontro segreto: “PdL, il piano per fare fuori Coronella“ (vice coordinatore vicario provinciale). Nemmeno il movimento giovanile, è stato minimamente coinvolto nell’organizzazione.
Soffermandoci su questo punto, si chiede a codesto Collegio, come sia possibile autorizzare la celebrazione di un congresso senza i dovuti e necessari passaggi statutari. E ancora, come sia possibile che il vertice di un partito, in un momento di crisi profonda della politica, possa tollerare che si celebri un congresso per dividere una comunità favorendo uno scontro che non ha alcuna motivazione politica. Su questo punto le pagine dei giornali locali e regionali sono pieni di affermazioni e di ricostruzioni che conducono la responsabilità di quello che e’ avvenuto nel PdL di Caserta, al malsano attivismo del commissario regionale Nitto Palma che, ha scientemente ideato, organizzato e realizzato i suoi immotivati propositi di rottura tradendo clamorosamente il ruolo ed il territorio che fiduciariamente il vertice nazionale del PdL gli aveva assegnato.
Sempre sulla corretta gestione organizzativa del congresso si fa rilevare che sono state previste quattro ore di dibattito (dalle ore 9 alle 13) e dieci ore di votazione (dalle 13 alle 23) per una platea di ben 15.600 iscritti. In base a quale criterio e a quale accordo è stata ideata una organizzazione tesa quasi a disincentivare la partecipazione degli iscritti. Sta di fatto che sia le modalità di convocazione sia la gestione organizzativa hanno lasciato sul terreno del messaggio mediatico il concetto di un congresso “farsa”;
Per quanto riguarda il dibattito, non è emerso alcun deliberato politico né alcuna tesi programmatica è stata discussa ed approvata. Ma questo è un dato secondario perché, in concomitanza, è stata celebrata una Conferenza Programmatica Provinciale, in Capua presso la struttura dell’Hotel del Sole, che ha approvato una piattaforma programmatica i cui atti saranno pubblicati e messi a disposizione di tutta la comunità politica del PdL casertano.
Veniamo adesso alle operazioni di voto, sulle quali sono emerse diverse ombre che ritengo necessario rimuovere per evitare che il PdL a livello nazionale possa ricevere gravi danni di immagine: cosa che oggi non possiamo assolutamente permetterci.
Ho potuto accertare personalmente essendomi recato presso il Crowne Plaza la sera del 6 Ottobre, che fino alle ore 21,30 gli organizzatori hanno riferito ai giornalisti presenti che l’affluenza era di poco più di 2000 persone. Tanto e’ vero che tutte le testate telematiche locali (Casertace.net, Casertafocus, Campanianotizie, Noicaserta.it) riportavano la notizia della scarsa affluenza. Immediatamente, verso le 22.00 gli organizzatori provvedevano a rettificare assumendo che erano oltre 6000 i votanti. Sta di fatto che in un ora non è possibile far votare 4000 persone e per giunta in una struttura alberghiera non adatta ad ospitare un tale flusso (l’avrebbero demolita). Su questo punto si rinvia anche alla testimonianza rilasciata da tale Giovanni Iodice (scrutatore), al signor Vincenzo Sagliano, già consigliere comunale del PdL, che si allega agli atti.
Si fa inoltre rilevare che la somma dei voti di preferenza dei 15 eletti, non supera quota 3.500, rispetto ai quasi 7000 voti ufficializzati
Per fugare ogni dubbio e per assecondare una elementare esigenza di trasparenza che sale prepotente dall’opinione pubblica, si chiede che codesto Collegio voglia disporre la pubblicazione di tutti gli aderenti e gli associati iscritti di Caserta che hanno esercitato il voto. Questa richiesta si aggiunge ad altre più autorevoli rivolte pubblicamente da esponenti del partito casertano al coordinatore uscente, sen. Giuliano.
E quando una cosa nasce male finisce peggio.
Gli organizzatori del congresso, ossessionati dall’esigenza di portarsi a casa un risultato che non è certo un risultato politico ma numerico hanno favorito l’elezione di due iscritti, Massimiliano Natale e Adele Vairo che non possiedono i requisiti previsti dal Regolamento congressuale per essere eletti nel coordinamento provinciale”.