Ho letto in queste ore il comunicato della Federazione provinciale PD, nel quale si annunciavano due intendimenti che, tuttavia, ritengo sia difficile che possano coesistere sul piano politico: la ricostruzione del centrosinistra e, nel contempo, l’apertura alle forze che sorreggono il governo nazionale delle larghe intese per dirimere le partite dell’ASI e del Consorzio Idrico.
Sulla prima questione sono assolutamente d’accordo, anche se mi sarei aspettato che il partito più forte dell’ex coalizione «Italia Bene Comune» se ne fosse preoccupato fin dai mesi scorsi, quando si sono affrontati i nodi della composizione delle liste nei tanti comuni che stanno per andare al voto amministrativo. La coalizione — a Caserta, come in Campania o in Italia — si ricostruisce praticandola sul piano delle scelte concrete, non evocandola come la bandiera delle buone intenzioni, come se fosse una poesia da declamare per il futuro a fronte della prosa assai concreta delle larghe intese.
Sulla seconda, invece, non posso che esprimere tutta la mia costernazione. Bene si farebbe a lavorare per rendere agile il confronto tra le diverse amministrazioni comunali impegnate nei due consorzi, piuttosto che tentare discutibili soluzioni politiche. Al contrario, sembra che tre anni di larghe intese sul piano nazionale abbiano convinto una parte consistente del gruppo dirigente del PD che ogni manovra sia praticabile, senza alcuna coerenza di carattere generale e con una disinvoltura davvero sconcertante.
Se ci fosse davvero una reale volontà di rimettere mano alla coalizione, proporrei invece al Partito democratico di farsi promotore di una riunione di tutto il centrosinistra casertano per compiere insieme una ricognizione sullo stato dell’arte del territorio: per aiutare i sindaci decidere (in autonomia) le sorti degli enti strumentali e la composizione dei rispettivi organismi amministrativi; per esprimere una valutazione sui governi regionale e provinciale, oltre che sulle scelte di fondo compiute dalle due opposizioni consiliari; per ipotizzare la possibilità di una riflessione condivisa sulle emergenze e sulle urgenze che segnano Terra di Lavoro, con l’ambizione di definire una primissima, per quanto generica, agenda d’iniziativa politico-programmatica.
La sinistra che vogliamo si muove nella prospettiva di ricomposizione della coalizione, per il governo del Paese. Non abbiamo tentazioni minoritarie o identitarie. Anzi, è sempre più evidente che una sinistra più forte e protagonista rappresenti oggi l’unica garanzia che quella stessa prospettiva unitaria possa tornare vivere e a dare una speranza di cambiamento all’Italia e all’Europa. Per questo chiedo agli elettori e alle elettrici del centrosinistra di sostenere e di votare la lista «L’Altra Europa con Tsipras», dare fiato e gambe a una sfida che cambi finalmente la società e le istituzioni.
Gianni Cerchia
Segretario provinciale Sel Caserta