CASERTA – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Speranza per Caserta che ha presentato una interrogazione sull’intitolazione di un largo a Don Peppe Diana. “Lo scorso 6 di settembre, il sindaco Del Gaudio ha presenziato alla cerimonia con la quale sono stati presentati alla città due nuovi toponimi.
E’stato, infatti, attribuito un nome ai due slarghi che si aprono in via Borsellino, in corrispondenza della parrocchia di Sant’Augusto. Ed è proprio dalla parrocchia che era partita l’istanza verso l’Amministrazione Comunale, con l’intento di ricordare due importanti figure della Chiesa, due parroci “martiri”, uccisi entrambi dalla criminalità organizzata, per il loro fermo opporsi alla stessa. Due storie sicuramente diverse, ma con un uguale filo conduttore ed un identico, tragico epilogo: le pallottole, la morte. Stesso mandante: le organizzazioni malavitose. Diverso il loro nome: mafia nella Sicilia di don Puglisi, camorra nella Campania di don Diana. Ma, meraviglia delle meraviglie, mentre sulla tabella del prete palermitano si legge “vittima della mafia 1937 – 1993”, su quella del sacerdote di Casal di Principe si apprende che è stato “medaglia d’oro al valor civile 1958 – 1994”. Francamente inspiegabile. Ma siccome una Amministrazione Comunale non può permettersi il lusso di compiere azioni inspiegabili, dopo le immediate, vibranti proteste da parte del mondo laico e cattolico (è giunta già una prima richiesta ufficiale a Palazzo Castropignano) e degli stessi congiunti di don Diana, stante il perdurante silenzio del Sindaco, Speranza per Caserta ha presentato giovedì scorso una interrogazione consiliare, nella quale si chiede “per quali ragioni si sia scelto di esplicitare il nome dell’organizzazione criminale mandante dell’omicidio di don Puglisi, omettendo invece quella mandante dell’uccisione di don Diana; se non si ritenga opportuno rettificare in tempi brevissimi la tabella stradale di Largo Giuseppe Diana, con la didascalia <<sacerdote – vittima della camorra 1958 – 1994>>”. Oppure c’è qualche timore ad usare il termine “camorra” nel nostro capoluogo di provincia?”