CASERTA – Ancora una volta Caserta rende la vita difficile al Pd nazionale. Dopo il “caso Sant’Arpino” (dove il voto è stato dichiarato nullo), si presenta un altro grattacapo. Dario Abbate, ex segretario provinciale e candidato alla parlamentarie, ha presentato ricorso

rivendicando il diritto di opzione (candidarsi alla Camera o al Senato) rispetto a Camilla Sgambato, che si è piazzata a quarto posto davanti allo stesso Abbate. Ma secondo l’ex leader casertano del Pd spetta a lui la scelta nel rispetto della parità di genere. A Caserta ben tre donne si sono classificate tra i primi quattro posti, per cui secondo Abbate non sarebbe rispettata la quota del 50% di maschi e 50% di donne.

Ma su questo punto il regolamento delle parlamentarie non lascia dubbi: il diritto di scelta a candidarsi alla Camera o al Senato viene garantito in base alla graduatoria delle primarie. In altre parole, sceglie per primo chi ha vinto, poi il secondo, poi il terzo, e così via. Quindi dovrebbe essere la Sgambato ad optare per prima, essendosi classificata quarta, mentre Abbate ha conquistato la quinta posizione.

Da quello che si è appreso la Commissione di garanzia nazionale si sarebbe dichiarata “incompetente” nel giudicare il ricorso di Abbate, in quanto si tratta di un aspetto interpretativo che non attiene alle prerogative dei probiviri. Peraltro sembra che il ricorso sia stato presentato fuori tempo massimo. E’ molto probabile dunque che la Sgambato a decidere per prima in quale lista essere inserita. Per i due sono disponibili il 15esimo posto alla Camera e il 16esimo al Senato. La Sgambato ha preannunciato che opterà per la Camera.

Mario De Michele

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