Piedimonte Matese- Incontro molto interessante ieri sera organizzato  nell’ambito del progetto promosso dal Gal-Alto Casertano,finanziato dal piano di sviluppo rurale, e gestito da Slow Food Campania e fondazione Slow Food. Significativa la partecipazione nella sala della biblioteca comunale  di diversi operatori agricoli e produttori  provenienti soprattutto dall’alto Matese(Gallo Matese, Valle Agricola,Letino) ma anche da altri comunità come Alife , San Potito.

Lo scopo della riunione (“il Matese tra identità e diversità”)era, infatti, quello di fare il punto  del percorso avviato con il censimento  dei prodotti agro-alimentari  nell’ambito della creazione di un presidio di biodiversità e di micro-filiere produttive per la loro  valorizzazione . Non sono mancati spunti, indicazioni, domande sul progetto che punta a dare soluzioni concrete di sbocco a produzioni poco conosciute o in via di estinzione.

E’ in corso lo studio delle colture o allevamenti e i referenti di Slow Food, associazione aggiudicataria del progetto rurale,  hanno illustrato quanto compiuto  e da completare in questa prima fase del programma che terminerà il 31 marzo e che  vuole essere anche un valido sostegno informativo e scientifico al tema-obiettivo della famiglia agricola, specie nelle aree rurali in occasione dell’anno internazionale indetto dall’Onu in materia.  Un esempio della “ricchezza”  da far conoscere ed  esportare fuori dei confini ristretti del Matese e dell’alto casertano era lì in sala, sul tavolo dei relatori: fagioli cereato bianchi di Gallo Matese , “madame” la cipolla di Alife, ad esempio. Ad introdurre  la tavola rotonda è stata Rosamaria Esposito (Slow food Matese ma sono coinvolte anche  le condotte del Massico- Roccamonfina e Volturno) e Cinzia Brandi a nome dello staff del Gal illustrando  la strategia dell’iniziativa e le misure specifiche sul tema della biodiversità.

Dopo la  fase di censimento e selezione saranno  applicati i disciplinari di produzione che consentiranno di verificare la fattibilità di attivare alcune presidi, cioè di produttori, anche in forma associata, sotto il simbolo di Slow Food nell’area di intervento( non per prodotti, secondo la consolidata esperienza di Slow Food  ma per area ambientale- questo un tratto distintivo dell’azione di intervento. Gaudio ha indicato  i passi concreti già messi in campo con la  individuazione delle prime colture chiedendo al pubblico dei produttori presenti anche ulteriori segnalazioni  da raccogliere per poi procedere alla fase successiva. “occorre restituire dignità a queste filiere e queste prodizioni anche sul piano della valenza economica ” ha affermato Vito trotta, responsabile regionale presidi Slow Food sottolineando anche   lo scopo di giustizia sociale legato  al recupero di questi beni di biodiversità anche ai fini della promozione.

Il  ruolo dei produttori locali è stato evidenziato dal vicesindaco Costantino  Leuci,vice sindaco :”è un passo importate quello messo in campo dal Gal- Alto Casertano e da Slow Food uno strumento di recupero di tradizioni delle nostre terre ma anche di innovazione per allargare gli sbocchi di queste produzione per farle apprezzare ancora di più ed offrire una ragionevole prospettiva a queste filiere locali. Noi istituzioni,  ma anche associazioni, pro-loco dobbiamo sostenere ed accompagnare questi processi” ha concluso  Leuci.

 

Michele Martuscelli

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