CASERTA – L’articolo di Campania Notizie (leggi) sulla virata garantista (meno male) del Pd ha riacceso gli animi dei Democratici casertani ancora “scottati” per l’esclusione di Nicola Caputo dalle liste per le Politiche 2013. E così, dopo che la nostra testata ha messo in evidenza la diversità di trattamento tra il sottosegretario Francesca Barracciu (difeso a spada tratta) e il consigliere regionale di Terra di Lavoro (mollato senza pietà), oggi è nato il gruppo Facebook “Nicola Caputo: io non ci sto”. L’idea è di Giuseppe Picone e in poche ore già sono 223 i membri che ne fanno parte.

“Ho pubblicato – spiega Picone – una sequenza di Post su Facebook in questi ultimi anni, che testimoniano una parte dei giorni e delle ore che Nicola Caputo ha dedicato ai suoi impegni istituzionali e spesso varcando la soglia dell’Uomo Politico facendo emergere la sua vera Indole di “PERSONA PERBENE” Ed e’ per questo che da questo gruppo deve RIMBOMBARE : IO NON CI STO-IO NON CI STO-IO NON CI STO-IO NON CI STO”. Chiarissime le finalità del gruppo: far arrivare a Roma la voce dei Democratici casertani per denunciare la grave discriminazione e penalizzazione nei confronti di Caputo e dell’intero territorio. Nel nostro articolo, pubblicato ieri 5 febbraio, abbiamo ripreso e apprezzato le dichiarazione del ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi sul “caso” Barracciu. “Al momento la dottoressa Barracciu risulta iscritta nel registro degli indagati. Il governo non chiede le dimissioni di ministri e sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia. Abbiamo giurato sulla Costituzione, – ha osservato Boschi – che contempla il principio fondamentale della presunzione di innocenza; l’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela dell’indagato e non una anticipazione della condanna”.

Le parole del ministro sono state musica per le orecchie dei tanti Democratici di Terra di Lavoro che non hanno ancora digerito l’esclusione di Caputo dalle liste per le Politiche, dopo la sua vittoria alle parlamentarie perché indagato nell’ambito dell’inchiesta sul presunto utilizzo improprio dei rimborsi per i consiglieri regionali. L’obiettivo del gruppo “Nicola Caputo: io non ci sto” è ribadire che Caputo è stato vittima di “un’ingiustizia giustizialista”. Un’ingiustizia alla quale bisogna rimediare per evitare anche ancora una volta nel Pd ci siano figli e figliastri.

Mario De Michele

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