Nominati i nuovi assessori ad Aversa, Oliva: “La città è diventata una colonia di Cesa e Teverola”. Gianluca Golia: “Operazione per placare gli umori interni alla maggioranza”

Il ‘rimpastino’ nella Giunta del comune di Aversa non è stato proprio gradito da parte della maggioranza né tantomeno dall’opposizione. La prima dura reazione è arrivata dal consigliere di opposizione Alfonso Oliva: “Aversa colonia di Cesa e Teverola! Con la nuova giunta gli equilibri si spostano a favore dei comuni limitrofi: con l’ingresso di Elena Caterino in giunta i consiglieri comunali quota Cesa passano a 3! Senza considerare l’amico avvocato Mario De Michele (originario di Cesa) il cui padre, da poco deceduto, ho avuto l’onore di aver come Mio capogruppo di forza Italia nella giunta Ciaramella. Ritroverò in giunta la collega al bilancio Sagliocco che siedeva con me nella giunta De Cristofaro, giusto per dimostrare che i nostri bilanci erano in regola! Tutto si muove ad Aversa In una logica di lottizzazione del limitrofo consigliere regionale. Auguri Aversani!” Non meno pungenti sono le considerazioni dell’ex candidato sindaco Gianluca Golia: “Nuovo giro nuova corsa! A distanza di 9 mesi dalla prima giunta, all’epoca partorita come una giunta di “illuminati”, elementi di rare capacità, unici in grado di “salvare” la città dai disastri (a detta loro) di 18 anni (perché fino ai primi mesi del 2002 andava tutto benissimo??!!) di amministrazioni di centro destra, oggi abbiamo un nuovo “mini rimpasto” per sopperire alle prime tre “teste” saltate nel corso di questi mesi. Rimpasto reso necessario anche per cercare di “riequilibrare” i dissapori oramai conclamati di una parte di maggioranza che non condividono affatto la linea di pensiero e di azione (l’ultima un po’ meno) del Sindaco. Intanto Aversa appare, oggi, ancor di più per colpa della situazione emergenziale che vive, avviata verso un limbo, caratterizzato dalla totale assenza di azioni incisive volte al miglioramento della vivibilità e della crescita che una città come la nostra, meriterebbe. Insomma, un nuovo tentativo per cercare di mantenere in vita, uno slogan elettorale che prometteva una vera e propria “rivoluzione” ma che, nel concreto, oltre ad un tenace gruppetto di sostenitori “online”, di rivoluzionario e di efficace ha davvero poco”.