SAN NICOLA LA STRADA – Come era prevedibile, l’emanazione delle due Ordinanze sindacali a firma del sindaco Pasquale Delli Paoli contro il dilagare della prostituzione sul territorio cittadino e dei “lavavetri” agli incroci semaforici del viale Carlo III^ e di via Pertini/via Saragat, hanno scatenato un mare di polemiche.

Primo perché in proposito esistevano due ordinanze che le Forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale di San Nicola, nonché la Prefettura) dovrebbero già conoscere. Secondo perché se da un lato ha soddisfatto i cittadini sannicolesi, dall’altra ha “tirato per il bavero” il povero don Oreste Farina, parroco della chiesa della Rotonda, che, ovviamente, è contrario alle due ordinanze e si schiera apertamente in favore delle sorelle e dei fratelli cosiddetti “ultimi”.

Ieri ci ha contattato e ci ha rilasciato la seguente intervista che, così come è stato alcune settimane orsono quando ha tirato “le orecchie” ad una certa classe politica cittadina, rea di “voler defenestrare” il sindaco Delli Paoli appena pochi mesi dopo la sua elezione, non mancherà di suscitare un vivace dibattito sulle questioni sollevate dal prelato. “Ho letto le ordinanze sindacali contro le prostitute e i lavavetri ai semafori” – ha affermato don Oreste – “Non discuto sulla opportunità dell’intervento. Certo non sono il decoro della città e possono provocare disagi di vario genere. Per quanto riguarda le prostitute non le guardo, non le frequento e non le contratto. Neppure come uomo perché non voglio essere nel numero di coloro che ne abusano schiavizzandole con soldi in cambio di “prestazioni”. Sesso a soldi|. CHE SCHIFO” – è l’amaro commento dell’anziano parroco, sempre molto franco nel dire in faccia cosa pensa – “Voglio ricordare di un sacerdote (grande) che di sera usciva per le strade della città frequentando i luoghi dove queste persone “lavorano” e le invitava con carità a cambiare vita proponendosi a pagare il loro riscatto dai protettori (80/90 milioni) e fornendo loro un lavoro diverso per guadagnarsi la vita in modo decente perché stanche delle schifezze che erano obbligate a sopportare a pagamento. Certamente lodevole e cristiano il comportamento di questo sacerdote per nulla uguale ai farisei di oggi, che, ipocritamente, sono coloro che lanciano le pietre magari dopo aver offeso, umiliato e abusato vigliaccamente di loro senza un decoro e forse approfittando della offerta fai tre e paga uno. Si non vogliamo le prostitute. Ma cosa facciamo? Queste poverette vengono costrette, incatenate in tanti modi, anche con false promesse e inganni che mai potranno realizzare. Abusate, offese, depredate della loro dignità di persone e trattate come schiave del sesso. Facile condannare” – ha sottolineato il sacerdote – “e magar poi ci si mette in fila per soddisfare, a pagamento, luridi istinti animaleschi. Circa l’ordinanza contro i lavavetri ai semafori non ci dobbiamo solo innervosire o scocciare, ma dobbiamo ricordarci che tali persone sono costretti dalla fame e non possono trovare rimedio ai loro bisogni. Costretti per 24 ore con il freddo e il caldo, stremati nel fisico e nello spirito (anima) per un tozzo di pane necessario per sopravvivere. Non conosciamo le loro storie” – ha proseguito – “il loro inferno, le loro disperazioni. “Empatia è dono raro”: oggi la gente si commuove più per una “fiction televisiva” o commedia rosa, che non per i reali problemi della gente. E allora ecco le Ordinanze contro i lavavetri, le prostitute, i barboni… (in qualche città si proibisce anche di mangiare nelle villette e nei giardini pubblici e si tolgono le panchine per evitare che ci dormano sopra i “clochard”). Sono provvedimenti inutili contro gli ultimi ed i diseredati” – tuona don Oreste – “La politica deve incominciare da questi e non dai potenti e per gli strapotenti. Ora è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti e ad ordinanze e leggi che aiutino e non oltraggino i deboli ed i poveri. Non esiste un’ordinanza che vada contro chi soffre ed è disperato perché vinto dalla noncuranza e da ogni forma di oppressione. Basta dare la caccia all’untore e rispettiamo tutti. Da San Nicola” – ha concluso don Oreste Farina – “parta invece la riscossa per vincere e cambiare chi è ritenuto e giudicato come colui che rovina il decoro della città ed è ritenuto criminale contro la sicurezza del territorio”.

 

Nunzio De Pinto

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