Alla fine ce l’abbiamo fatta. L’articolo-denuncia sui lotti cimiteriali, pubblicato lo scorso 22 febbraio da Campania Notizie, ha finalmente centrato il bersaglio. Dopo oltre 13 anni si è posto fine ad una scandalosa ingiustizia ai danni dei cittadini. La giunta ha rettificato la delibera 101 del 31 maggio 2004, con cui furono assegnati due suoli di terreno (lotto 17 lettere N e O) nel cimitero di via della Canapa di Orta di Atella, ciascuno di 13,86 metri quadrati a mille euro al mq (oggi il valore è più che triplicato). Gli assegnatari, che in 13 anni non hanno sborsato neanche un euro, furono causalmente parenti strettissimi del sindaco Giuseppe Mozzillo e dell’ex assessore Salvatore Del Prete, alias “Magò”. Il primo dei suoli incriminati fu assegnato a un parente di primo grado dell’attuale primo cittadino. Il secondo alla moglie di Giacomo Iovinelli, ex responsabile del distretto sanitario. Iovinelli è zio di Mozzillo e cugino di Salvatore Del Prete “Magò”. Che all’epoca era, guarda un po’, assessore al cimitero dell’esecutivo guidato da Angelo Brancaccio, al quale voleva talmente bene da preoccuparsi di fargli prendere le medicine in orario, di ordinargli le pietanze preferite, di chinarsi in un negozio in via Mazzini a Caserta per fargli provare un paio di scarpe sotto gli occhi attoniti della commessa che disse: “signore, aiuto io i clienti, si alzi per favore”.
“I terreni del lotto 17 lettere N e O – si legge nella delibera varata nei giorni scorsi – sono nella disponibilità di questo ente e vengono destinati a campi di inumazione nelle more del completamento dei lavori di costruzione del nuovo cimitero”. Insomma i suoli sono stati sottratti agli assegnatari per essere utilizzati per le sepolture. Un provvedimento che se fosse stato adottato all’inizio della consiliatura avrebbe consentito, considerata la carenza di spazio, a tanti cittadini di seppellire i propri cari nel cimitero ortese e non in quelli dei Comuni limitrofi. Ma la delibera, in perfetto stile Mozzillo, presenta, diciamo così, delle anomalie. Una, tragicomica, riguarda il sindaco. Mentre era presente nella giunta che nel 2004 assegnò i lotti a suoi parenti molto stretti, quando si è trattato di rettificare tale atto con la revoca delle zone N e O, si è dato alla macchia. Un paradosso ridicolo che però conferma in modo plastico quale sia la concezione della “cosa pubblica” da parte degli amministratori in carica. Se si tratta di votare una delibera che, per caso, avvantaggia i suoi parenti, Mozzillo è in prima fila. Quando invece è costretto da noi e dalla Procura Napoli Nord (che ha aperto un’inchiesta) a penalizzare i suoi familiari non è presente. In una città normale sarebbe avvenuto il contrario. Ma ad Orta succedono cose da pazzi. Un’altra anomalia si riscontra nel contenuto della delibera. Per destinare quei suoli a un diverso utilizzo è necessaria una variante al Piano regolatore cimiteriale. Variante a cui non si riferimento alcuno nell’atto di giunta. E quindi? La delibera è illegittima con la conseguente possibilità che gli interessati possano impugnarla e farla annullare. Una svista? O un modo per dare una via d’uscita ai parenti-assegnatari? Torniamo al buon Del Prete “Magò”. Nel 2004 fece bingo. La dea bendata prima assegnò, come già detto, un suolo a un suo cugino (Iovinelli), e poi gli consentì di fare l’en plein con l’attribuzione di una cappellina (mai pagata), indovinate a chi, alla madre Lucia Mozzillo. E la cosa che fa più ridere, se non ci fosse da piangere, è che “Magò” votò quella delibera nonostante fosse assessore proprio al cimitero. Ma in realtà non c’è tanto da scandalizzarsi. Sono solo affari di famiglia.
Mario De Michele