“Diamoci da fare”. E’ questo l’invito che Carmine De Lucia e Gennaro Falco rivolgono a tutti i democratici della provincia di Caserta. Il Pd, scrivono in una missiva a loro firma, può “essere elemento di controtendenza dell’azione politica e candidarsi a guidare processi di governo dopo una lunga stagione segnata dal fallimento evidente del centro-destra”. I due democratici renziani  chiedono un rinnovamento nei fatti e discutono della questione dell’agibilità politica, interna al partito, legata anche alla mancata nomina della Direzione.

“Oggi siamo costretti ancora una volta a discutere di agibilità interna, di comportamenti della segreteria provinciale, di atteggiamenti dei vari capi e capetti, che passata la fase del finto rinnovamento, durata appena il tempo del congresso, ritorna ad imbrigliare il partito in un immobilismo incomprensibile – si legge – Il Partito Democratico in provincia di Caserta con la sua struttura territoriale, l’entusiasmo di tanti militanti, dirigenti e simpatizzanti, rappresenta uno strumento formidabile di un cambiamento che da ormai troppo tempo si auspica ma non si realizza perché lo stesso Pd è divenuto non già luogo della politica, ma palude di ambizioni personali di tanti che in questi ultimi anni, pur rappresentando e ricoprendo ruoli politico-istituzionali rilevanti, non hanno saputo essere elementi né di cambiamento né di crescita del partito”.

 

De Lucia e Falco passano a stilare un’analisi critica della situazione attuale di stallo, che non riesce concretamente a trovare lo slancio per poter cambiare, nemmeno sulla scia della politica nazionale. Poi, i due si rivolgono ai democratici e alle democratiche di Terra di Lavoro e scrivono:  “ Dobbiamo chiederci se siamo ancora disposti a far calpestare continuamente le nostre identità di persone , di militanti, di dirigenti, di professionisti. D’ ora in poi dobbiamo sforzarci di  immaginare e definire uno spazio ed un luogo di osservanza politica. Dobbiamo percorrere una direzione che ripristina la nostra piena dignità di iscritti, militanti, dirigenti, persone”, concludono, incitando coloro che vogliono davvero rinnovarsi a darsi a fare e a ripartire, abbandonando fazioni e divisioni, aprendosi all’esterno a gruppi e associazioni e provvedendo immediatamente alla nomina della Direzione.

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