CASERTA – Un’altra riunione inutile. Che si è conclusa con un nulla di fatto. E che allontana, se possibile, ancor di più le posizioni tra le parti. La commissione provinciale per il congresso del Pd di Caserta è nel pantano. Anche stavolta ha prodotto solo chiacchiere. Senza portare a casa nessun risultato. Intanto, almeno sulla carta, domenica 3 novembre si dovrebbe andare al voto per eleggere il nuovo segretario. Ma tutto fa presagire che, dopo quella del 27 ottobre, anche questa data potrebbe saltare.
Il principale pomo della discordia è dell’anagrafe degli iscritti dei Giovani democratici. A detta dei “tifosi” di Peppe Roseto si tratta di un “bubbone” che prima o poi esploderà. Il gruppo che appoggia il consigliere comunale di Orta di Atella non ha dubbi: abbiamo riscontrato gravi irregolarità, stiamo aspettando solo che l’elenco dei tesserati, ancora privo della firma del responsabile provinciale dei giorni, sia sottoscritto, dopodiché siamo anche pronti a denunciare tutto alle autorità giudiziarie.
Sull’altra sponda si grida allo scandalo. E si replica con sdegno alle accuse: “Forse sono loro abituati a fare le cose in maniera non trasparente, si vuole creare confusione con rilievi assurdi per non celebrare il congresso”, affermano i sostenitori di Raffaele Vitale. Un botta e risposta che ha fatto salire via via il livello dello scontro. E così ancora una volta, l’ennesima, la riunione della commissione provinciale, presieduta da Gennaro Falco, è stata sciolta senza aver raggiunto nessun traguardo per mancanza di numero legale. Ora che succederà? Forse neanche i diretti interessati sono in grado di dare una risposta.
I pro Vitale attendono l’intervento di Napoli per sbloccare la situazione e votare il 3. Dall’altro lato Pina Picierno sta lavorando nella speranza di ottenere una deroga, sulla scorta di un’intesa sull’asse Caserta-Napoli-Roma, per far slittare il congresso al 10 novembre. Su tutti incombe lo spettro del commissariamento evocato da Rosaria Capacchione.
A commentare le vicende del Pd, tra date fissate e poi annullate, tra numeri di tessere e di ricorsi, tra accuse e bordate reciproche, ci viene in mente un aforisma di Flaiano: “La situazione è grave, ma non è seria”. Nel senso che fa ridere.
Mario De Michele