Tutto a posto. Il “caso” Pd di Caserta è stato risolto alla grande dalla commissione regionale per il congresso, che si è riunita stamane per affrontare la spinosa questione della richiesta di rinvio del voto in Terra di Lavoro. Ma per supereroi come i dirigenti regionali del partito la vicenda casertana era un sciocchezza da risolvere in un batter d’occhio. E infatti dopo una breve discussione tutto è stato superato. Come? All’italiana. O meglio, alla napoletana.

La commissione regionale ha deciso di non decidere. “Alla luce delle divergenti posizioni tra i componenti e visto che non ci sono indicazioni che hanno ottenuto un ampio consenso, la commissione non decide né a favore, né contro il rinvio chiesto dalla commissione provinciale per il congresso”. Questo il succo del verbale approvato al termine della seduta che si è appena conclusa. A questo punto il rinvio del congresso provinciale dei Democrat casertani è solo una formalità. La comunicazione potrebbe arrivare da Roma già entro oggi.

Napoli, dopo vari tentativi a gamba tesa da parte dell’incorreggibile Enzo Amendola, si lava le mani e passa. Incredibile? No, assolutamente normale. Questo è il Pd. Peraltro c’è anche chi sostiene che la commissione regionale per il congresso non fosse tenuta a pronunciarsi sulla decisione di quella casertana di chiedere il rinvio del voto (non a caso la proposta è stata inoltrata a Roma e non a Napoli). Ma al netto della disputa sul regolamento, lascia sgomenti che la commissione regionale, pur senza uno straccio di linea condivisa, si sia comunque riunita per non decidere nulla.

Forse abbiamo capito: il nulla è la dimensione più congeniale al Partito democratico campano.

 

Mario De Michele

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