CASERTA – Non si arrende di fronte a nulla. E resta in trincea con elmetto e moschetto anche quando la guerra è finita. Pina Picierno è insaziabile. Dopo aver raggiunto il terzo posto alle parlamentarie in provincia di Caserta grazie al fondamentale appoggio del socialista Gennaro Oliviero, il deputato uscente del Pd non si accontenta del posto blindato ottenuto (per meriti anagrafici) alla Camera a discapito di Lucia Esposito. Pretende una posizione blindatissima. E prosegue nel suo pressing su Dario Franceschini per fare un triplo salto carpiato e salire al quarto posto della lista.

In base all’esito delle primarie alla Picierno è stato assegnato il decimo posto nella circoscrizione Campania 2. Ma con l’esclusione di Nicola Caputo (quarto alla Camera), i candidati casertani sono andati alla carica per rimescolare le carte. La quarta posizione spettava a Caserta. E giustamente chi aveva preso parte alle parlamentarie ha chiesto ai vertici del Pd di spostare un altro casertano al quarto posto.

Sulla scorta della graduatoria delle primarie, quella postazione sarebbe spettata alla Esposito, seconda classificata alla spalle di Caputo, costretta a optare per il sesto posto al Senato (posto sicuro ma non al 100% in caso di sconfitta) perché la Picierno non ha l’età per candidarsi al Senato. Ma tanto per cambiare, tra i casertani, qualcuno ha giocato sporco. E ha spinto per modificare la lista solo alla Camera, ancora una volta a danno di Esposito.

Se si fosse messo mano solo ai nomi della Camera, Picierno sarebbe balzata dal decimo posto (posizione non utile se il Pd perde alle politiche) al quarto. Un’occasione ghiotta per garantirsi un’altra elezione sicura, senza fare campagna elettorale, standosene tranquillamente seduta sul divano di casa. Tutto liscio come alle elezioni del 2008. Un’occasione da cogliere al volo. Da sfruttare in tutti modi.

E quando per Caputo le cose si sono messe male, è iniziato l’arrembaggio. “A Caserta spetta il quarto posto alla Camera”, avrebbe tuonato la Picierno. E quel “posto deve essere mio”. Un pressing senza sosta sul suo protettore nazionale, Dario Franceschini.

Ma nelle ultime ore il Pd nazionale ha chiuso le porte a qualsiasi trattativa per rivoluzionare le liste. I giochi sono fatti. Alla Camera – hanno sentenziato a Roma – si scala di una posizione, a partire dai candidati alle spalle di Caputo (il quinto diventa quarto e così via).

Picierno però  non ci sta. E anche di fronte a una missione impossibile non si dà per vinta. Continua a spingere. Si vuole per forza piazzare in quarta posizione. E se ci riuscisse otterrebbe un risultato talmente straordinario da sovvertire anche i principi matematici: terza alle primarie, ma prima nelle liste Pd. Un capolavoro. A Roma però la partita è chiusa: alla Camera i candidati scalano. Punto.

Stavolta San Franceschini non ha fatto il miracolo.

Mario De Michele

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