Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Comitato Pro Ponte di Alife su Ponte Margherita. “Dall’esito dell’assemblea pubblica tenutasi nella serata di venerdì, 14 ottobre, presso la sede municipale del Comune di Alife, è emersa in modo chiaro ed inequivocabile la fondatezza delle eccezioni sollevate dagli Enti locali interessati, dal Comitato Pro Ponte e dalla cittadinanza in merito alla chiusura del Ponte Margherita ed alle azioni amministrative che ne sono state l’antefatto e la prosecuzione. Ciò sia sotto il profilo strettamente normativo, sia sotto quello della prassi professionale. Nello specifico, si è avuto modo di evidenziare l’assoluta superficialità con cui la Provincia di Caserta ha provveduto alla chiusura del Ponte de quo, ignorando, con cognizione di causa, quanto dettato dal punto C8.3 della Circolare applicativa delle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC08) di cui al DM 14/01/2008 e s.m.i., la quale testualmente recita: «Per le opere pubbliche strategiche con finalità di protezione civile o suscettibili di conseguenze rilevanti in caso di collasso, date le possibili implicazioni economiche e sociali degli esiti delle verifiche, è opportuno che le stesse siano anche esaminate da soggetti revisori non intervenuti nella valutazione.». A tal proposito, infatti, non si è provveduto ad interpellare i citati revisori, procedendo, pertanto, ad una chiusura del Ponte quantomeno azzardata e certamente non rispondente ai dettami di legge, ed in tal modo arrecando notevoli disagi sociali ed economici alle comunità che gravitano sulla struttura viaria interrotta. Allo stesso modo, si è potuta constatare l’incompletezza dello studio ingegneristico del Ponte rispetto alle sue finalità.
In particolare, rifacendosi allo stato dell’arte in materia, ovvero alle procedura di verifica dei ponti individuate dal CIAS “Centro Internazionale di Aggiornamento Sperimentale-Scientifico”, struttura costituita da alcuni tra i migliori professionisti ed accademici in materia di ingegneria civile con particolare riferimento proprio ai ponti, si è potuto e dovuto constatare che sui 16 punti all’uopo individuati in uno specifico “Manuale di Valutazione dello stato dei Ponti”, al capitolo “Valutazione della capacità portante di un Ponte”, ben 5 sono completamente disattesi. Nello specifico, lo studio è manchevole di:
1. Prove di omogeneità dinamica su tutte le campate per determinare le due più flessibili sulle quali infittire le indagini sui materiali ed eseguire le prove di carico, come da NTC 2008;
2. Prova di carico statica a carichi ridotti necessaria per la calibrazione del modello numerico del ponte;
3. Calibrazione del modello numerico, variando le condizioni al contorno, come vincoli e moduli di elasticità dei materiali, finché le frequenze proprie e gli abbassamenti rilevati sperimentalmente tramite la caratterizzazione dinamica della struttura e la prova di carico di cui al punto che precede siano congruenti con lo stesso modello calibrato;
4. Valutazione della capacità residua del Ponte sul modello numerico;
5. Esecuzione della prova di carico, con specifiche congruenti con quelle adoperate per la valutazione numerica;
6. Eventuale rilascio di una dichiarazione di transitabilità, anche temporanea;
7. Studio di fattibilità sul risanamento o rifacimento del Ponte.
Sulla base dell’integrazione dello studio sarà possibile, in tempi brevi, contrariamente ai lunghi tempi prospettati dalla Provincia di Caserta, pervenire ad un confronto tra modello numerico del ponte e risultati sperimentali che permetterà di effettuare una valutazione sicura ed affidabile della sua capacità portante, garantendo, in tal maniera, anche l’efficacia degli investimenti pubblici finalizzati al suo risanamento. Questione, quest’ultima, a più riprese sollevata dal Comitato Pro Ponte, che teme uno sperpero di denaro pubblico qualora si portassero avanti le prospettate azioni di risanamento, di cui all’iniziativa della Provincia di Caserta, nell’attuale stato di conoscenza del ponte.
A tal proposito, veniva segnalata, con particolare enfasi, la mancanza della valutazione della capacità residua del Ponte, segnale inequivocabile di una scarsa volontà della stessa Provincia a cercare di garantire la sua permanenza in servizio. Fattispecie, quest’ultima, assolutamente inaccettabile.
A tal proposito si chiedeva di provvedere al completamento dello studio dell’infrastruttura, secondo le citate indicazioni, attraverso il coinvolgimento di un professionista, o di una società, terzi rispetto a chi ha condotto lo studio in prima istanza. A tal proposito si sollecitava l’azione della Regione Campania quale Ente proprietario dell’infrastruttura e, pertanto, tenuta a perseguire la sua tutela a garanzia propria e dei suoi utenti.
Tutto ciò al fine di affrontare con totale chiarezza la questione della chiusura del Ponte Margherita e di garantire la dovuta trasparenza ad un’azione potenzialmente così penalizzante, sotto l’aspetto socio-economico, per il fragile territorio dell’Alto Casertano.
Lo studio permetterebbe, inoltre, di:
1. individuare la capacità portante effettiva del Ponte allo stato attuale;
2. individuare le più appropriate azioni per il suo risanamento, con il ripristino della totale capacità portante ovvero di parte di essa, oppure del suo rifacimento;
garantendo, quindi, la verifica dell’efficacia dell’investimento della Provincia di Caserta, pari a circa €700.000, con fondi della Regione Campania, evitando la possibilità che si possa sperperare denaro pubblico.”