CASERTA – In una riunione di esecutivo avvenuta la sera del 30 dicembre, i Giovani Democratici della città di Caserta hanno deciso di esaminare tutta la dinamica che ha portato alla scelta dei candidati di Terra di Lavoro alle Parlamentarie e al voto di sabato scorso.
“Le questioni – si legge in una nota – da analizzare sono due: una di ambito puramente organizzativo, e una che riguarda l’ambito politico. Ce ne sarebbe una terza questione, riguardante la legalità, sulla quale ci riserviamo di intervenire, tramite il nostro rappresentante, non appena sarà convocata un’Assemblea o una seduta di Direzione Provinciale del Partito Democratico. Riguardo l’ambito organizzativo è d’obbligo segnalare che, nonostante gli sforzi a dir poco eroici, di volontari e militanti del partito cittadino, ha prevalso il caos e l’enorme difficoltà avuta da tutti nel rendere fruibile il voto agli aventi diritto delle Primarie. La notizia della sparizione, nei giorni scorsi, di metà della platea, e la sua ricostruzione, barbara e disorganizzata, ha portato troppe persone a vedersi rifiutato il diritto ad accedere al seggio per votare. Sarebbe stato già sufficiente questo per contrirsi della pessima figura fatta, ma non c’è limite al peggio. Aggiungiamoci, di fatto, la scelta incomprensibile di mettere un solo seggio in una città, come quella di Caserta, che s’aspettava di veder affluire quasi 3000 persone, tanto che non si è riusciti a garantire un regolare svolgimento nonostante l’affluenza sia crollata di due terzi (già segnale, questo, sufficiente per registrare il forte calo di fiducia da parte dell’elettore). Le colpe sono imputabili solo e soltanto alla Commissione Provinciale del Tesseramento, presieduta dal Vice Segretario Ludovico Feole, al quale non diamo la colpa dell’organizzazione in se, ma che ci sentiamo di biasimare quando ha dichiarato, a conclusione delle votazioni, che l’evento è stato un successo. Se pensiamo che c’è il rischio, addirittura, che chi è vero artefice, o quantomeno responsabile, di quanto è accaduto, il segretario uscente Dario Abbate, rischia di essere inserito, in una maniera o l’altra, nelle liste parlamenari, c’è da rimaner basiti. E passiamo quindi alla questione politica: il flusso di interesse intorno alla scesa in campo di Renzi alle Primarie per il candidato premier c’aveva fatto ben sperare, condividendone o no i contenuti, nella scossa data all’elettorato, che ha mostrato un interesse di tutto rispetto nei riguardi del partito, avvicinandosi allo stesso, e votando per il proprio candidato preferito. Questo flusso è stato deficitato inizialmente da una mala organizzazione iniziale, con confusione sui regolamenti, e seggi spesso sguarniti del personale sufficiente. Per fortuna l’affluenza c’è stata: volente o nolente si son presentati 3000 cittadini soltanto nella città di Caserta. Il turno delle Parlamentarie ha visto diversi casi dubbi, dalla questione di Sant’Arpino, nel quale vi sono versioni contrastanti, alle presunte (per ora) irregolarità avvenute a Piedimonte, Marcianise, Sessa Aurunca. Situazioni dubbie che hanno fatto, pubblicamente, pronunciare un candidato (nello specifico, Carlo Marino) riguardo la presenza di brogli che han deficitato la regolarità della gara, ed anche vari altri esponenti. Aggiungiamo poi che la doppia preferenza ha portato a incroci di voti che hanno adombrato lo spirito di rappresentatività territoriale che è alla base del meccanismo elettivo delle primarie dei parlamentari. Non quest’ultimo caso, che è comunque regolare almeno sotto il profilo legale, ma tutto ciò che abbiamo detto in precedenza, ci riallaccia, appunto, alla questione di natura legale: in un partito che fa della Democraticità parte del suo nome, e della legalità un vessillo che dovrebbe distinguerlo rispetto ad altri movimenti e Partiti, si può permettere che sussistano dei dubbi, in Provincia di Caserta (in aperta controtendenza rispetto ad una situazione nazionale molto migliore), sulla regolarità di una gara politica? Si può decidere di far perdere a tutto un partito quel poco di credibilità che tanti militanti cercano di costruire con sudore, fatica ed abnegazione? Accogliamo con gioia la notizia che l’Onorevole uscente, Stefano Graziano, abbia deciso di far ricorso contro tali irregolarità. Che nello specifico vanno verificate per il bene di tutti, e per rispetto nei confronti degli elettori e dei cittadini tutti, che non meritano di veder taciute nel silenzio del solo sdegno di chi ha subito queste irregolarità, nel nome del rispetto di un apparato, che nella Provincia di Caserta ha mostrato, a distanza di anni, di non esistere se non per l’uso e consumo di coloro ce vincono il congresso. La nostra speranza è che anche altri si adoperino per fare chiarezza, a cominciare dai candidati che hanno perso le elezioni, perchè per loro in primis vale più di tutti il discorso sull’impegno, visto che ci hanno “messo la faccia”. E’ loro dovere non solo testimoniare di aver perso da persone perbene, ma adoperarsi per fare luce sulle irregolarità”.