CASERTA – In cauda (amplius) venenum. O per dirla più comunemente: altra benzina sul fuoco. Ad alimentare la fiamma della polemica il solito vulcanico Francesco Piccirillo. Il rappresentante di Peppe Roseto, candidato alla segreteria provinciale del Pd di Caserta, ha scagliato l’ennesimo dardo infuocato all’indirizzo di Raffale Vitale, anch’egli in corsa per la leadership del partito. La resa dei conti, in tutti i sensi, ci sarà domani 10 novembre al termine del congresso. Nel frattempo il termometro politico dei Democrat casertani ha raggiunto i massimi gradi della scala celsius. In un crescendo di accuse reciproche, spesso andate ben oltre la normale dialettica interna.
La riprova è l’ultima randellata sferrata da Piccirillo, prima contro Vitale, e poi contro la senatrice Rosaria Capacchione. Tutto nasce da una nota a firma del rappresentante di Roseto. Come ci ha abituato in questi giorni, anche in passato nelle sue battaglie ad Orta di Atella, Piccirillo aveva accusato Vitale di fare “l’elogio di se stesso, cioè del nulla”. A stretto giro la replica del sindaco di Parete tramite Facebook: “Gli attacchi personali screditano soprattutto chi li fa. Provo imbarazzo per le dichiarazioni del rappresentante di Peppe Roseto… Avete perso la bussola”. Tra le persone che hanno commentato il post di Vitale figura anche la Capacchione, che difende il candidato alla segreteria e punta l’indice contro Piccirillo, pur senza citarlo. “Raffae’, scrive la senatrice – le liste delle ultime amministrative sono online sul sito del ministero. Se qualcuno vuole rinfrescarsi la memoria…”. La parlamentare del Pd si riferisce alla candidatura e all’elezione di Piccirillo nelle liste a sostegno di Angelo Brancaccio alle scorse comunali di Orta di Atella. Insomma, secondo la Capacchione, l’attuale capogruppo consiliare del Pd ortese, che passò all’opposizione dopo pochi mesi dal voto, farebbe bene a tacere, invece di sparare sentenze.
La durissima presa di posizione della senatrice ha scatenato la veemente reazione di Piccirillo. “Quello che per me, – scrive su Fb – amministratore di trincea, firmatario di denunce su denunce che hanno portato a sequestri di atti e di interi quartieri “abusivi”, denunce riprese interamente in ben due interrogazioni parlamentari sottoscritte da decine e decine di deputati del PD, ripeto, quello che per me è veramente inquietante, è il commento della senatrice Capacchione… La stessa – aggiunge Piccirillo – che, nonostante il maxi-sequestro di oltre 1400 unità immobiliari sul territorio di Orta di Atella, nonostante noi giovani amministratori di opposizione, iscritti al PD, siamo stati tempestati di telefonate dagli organi d’informazione nazionali (Rai, Mediaset, Repubblica, Corriere della Sera, ecc.), scelse di non proferire parola alcuna sull’incresciosa vicenda (preferì, invece, intervenire nelle beghe interne del circolo di Aversa)”.
Un silenzio colpevole a detta di Piccirillo, che ad onor del vero ha ingaggiato da tempo una guerra senza quartiere contro la giunta Brancaccio, assieme ai consiglieri del Pd, tra cui Peppe Roseto. Non domo il rappresentante di Roseto rivolge alla senatrice, e di riflesso anche a Vitale, altre parole al veleno. “ Ebbene, proprio a lei, adesso, rivolgo un appello, – aggiunge Piccirillo – anche per dirimere dubbi circa le gravi affermazioni del consigliere di Parete, Gino Pellegrino. Ciò anche dall’alto della Sua esperienza professionale. Ricordo, infatti, all’On.le Rosaria Capacchione, di professione giornalista, che, oltre alla cronaca giudiziaria, con cui si riportano fatti, già, accertati in altre sedi, esiste l’inchiesta giornalistica, che consiste nel verificare fatti come questi. Ci facesse sapere, un’indipendente del Partito Democratico, come sono andate effettivamente le cose. Sembra che la realtà sia diversa dall’apparenza. Ed io, che mi onoro di essere Democratico, vorrei sapere la verità!”.
Piccirillo si riferisce alle pesantissime accuse (tutte ancora da dimostrare) lanciate contro Vitale da Gino Pellegrino, consigliere comunale di Parete. Secondo l’esponente della minoranza la nota vicenda della processione della santa patrona di Parete che si fermò davanti alla casa di un parente di un boss dei Casalesi sarebbe andata diversamente da quanto raccontato e scritto. Pellegrino sostiene che Vitale, dopo essersi tolto la fascia di sindaco e aver abbandonato la processione per protesta, si sarebbe successivamente scusato con i parenti del boss. Una ricostruzione che non ha mai avuto riscontri concreti, al punto che Vitale ha annunciato querele. Ma che secondo Piccirillo getta ombre sul candidato alla segreteria e su tutto il Pd. In cauda (amplius) venenum.
Mario De Michele