CASERTA – Il “caso” Zaccariello travalica i confini provinciali. La nomina ad assessore, prima accettata e poi rifiutata dall’esponente del Pdl, diventa oggetto di un quesito ministeriale. Su richiesta della Provincia il prefetto di Caserta ha inviato a Roma l’incartamento (in tutti i sensi) per dirimere l’amletico dilemma:

Francesco Zaccariello è o non è assessore? I funzionari dell’Ente di corso Trieste non hanno dubbi: la firma della notifica di nomina ad assessore equivale all’accettazione dell’incarico. Di conseguenza Zaccariello è già a tutti gli effetti un membro dell’esecutivo provinciale. Ma l’interessato la pensa in modo diametralmente opposto e insiste nel dire che non ha accettato l’incarico, per cui resta nei banchi del consiglio provinciale.

La vicenda, per molti versi grottesca, assume, da un lato, connotazioni giuridiche, dall’altro, implicazioni politiche. La carica di assessore è incompatibile con quella di consigliere provinciale. In altre parole Zaccariello potrà far parte o della giunta o dell’assise consiliare. Da qui non si scappa. Ma qui casca l’asino (il riferimento a persone o a fatti è puramente casuale): qualora il ministero avallasse la tesi dei funzionari della Provincia, cioè che Zaccariello, firmando la notifica sarebbe di fatto già assessore, allora ne discenderebbe anche la contestuale e irrevocabile decadenza da consigliere provinciale.

E se l’esponente del Pdl dovesse ribadire il suo diniego ad entrare in giunta si troverebbe anche fuori dal consiglio, cioè a mani vuote e a bocca aperta. Un epilogo, per citare di nuovo Amleto, tragico. In questo caso, però, Zaccariello, anche a costo di apparire come una trottola, farebbe l’ennesima giravolta e accetterebbe l’incarico. E il suo nome si aggiungerebbe agli altri tre nuovi assessori provinciali indicati dal Pdl: Stefano Giaquinto, Gianpaolo Dello Vicario e Filippo Mazzarella, anche quest’ultimo colto, in prima battuta, da un inaspettato ripensamento, poi col passare del tempo (intimorito dalle acque sempre più agitate) rientrato nei ranghi.

La partita politica, invece, si riaprirebbe qualora da Roma arrivasse un responso che smentisse i funzionari provinciali e sancisse la permanenza di Zaccariello nel consiglio. In tal caso resterebbe vuota una casella dello scacchiere della giunta. E spetterebbe al Pdl indicare il nome per colmare quel vuoto.

Un’ipotesi che spianerebbe la strada a Ettore Corvino, con somma gioia di Nicola Cosentino, grande burattinaio del caos scatenatosi all’indomani della nomina, da parte di Zinzi, dei nuovi assessori. Le speranze dell’ex sottosegretario, dunque, sono appese alla decisione del ministero, che nel giro di pochi giorni (almeno così auspicano gli attori di questa sceneggiata) dovrebbe esprimersi sul quesito inoltrato dal prefetto.

Ma, a prescindere dall’esito di questa vicenda ridicola, una cosa è certa: il Pdl casertano ha già collezionato un’altra figurina nell’album, ormai quasi completo, delle pagliacciate.

Mario De Michele

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