SANTA MARIA A VICO – Riceviamo e pubblichiamo il manifesto che il Pd di Santa Maria a Vico ha fatto affiggere per contestare l’atteggiamento dell’amministrazione comunale sul problema rifiuti.

 

 

L’AMMINISTRAZIONE DELLO SCARICABARILE

E’ iniziato il nuovo anno ed il nostro Comune, come dimostrano i cumuli di sacchetti per strada, continua ad essere alle prese con l’emergenza rifiuti.

L’Amministrazione Comunale si è mossa con ritardi ingiustificabili e sta affrontando il problema giorno per giorno senza una visione d’insieme, senza una programmazione seria e senza prospettive sostenibili.

Nel mese di novembre dell’anno scorso la maggioranza ha approvato il Piano industriale per poter procedere all’affidamento in economia del servizio di igiene urbana e raccolta differenziata. Un piano che noi abbiamo impietosamente bocciato, per le modalità ed i tempi con cui è stato approntato e ci è stato sottoposto, ma soprattutto per il merito, nonostante avessimo chiesto insistentemente, sin dall’estate del 2012, di essere coinvolti nella risoluzione del problema. Un piano lacunoso, basato su dati vecchi e su un numero di dipendenti inferiore a quello sino ad oggi utilizzato (18 anziché 25), quindi contenente previsioni falsate. Un piano che non garantiva affatto la sua sostenibilità economico-finanziaria-organizzativa.

Intendiamo, altresì, esprimere la nostra ferma solidarietà ai lavoratori coinvolti, i quali vivono ancora nell’incertezza del loro futuro lavorativo e, da marzo dell’anno scorso, vivono di acconti delle proprie retribuzioni. Date le condizioni in cui versa quello che una volta era il Consorzio Unico di Bacino, ad inizio anno l’amministrazione ha affidato, per tre mesi, il servizio di igiene urbana e raccolta differenziata alla ditta Paciello Alba di Casagiove. Ad oggi non è stato ancora effettuato il passaggio di cantiere dei dipendenti. Quest’ultimo punto va stigmatizzato a causa del suo duplice risvolto: per la problematica occupazionale che ne potrebbe derivare e per eventuali ricorsi, da parte di lavoratori lasciati a casa, al giudice del lavoro, il quale ne potrebbe stabilire il reintegro con consequenziali aggravi di costi per le casse comunali, già provate dai provvedimenti d’emergenza per circoscrivere l’emergenza. Ai costi ordinari, quindi, vanno aggiunti costi straordinari. Tutti a carico della cittadinanza, a fronte di un servizio come quello che possiamo vedere per le strade del comune. A tutto ciò va aggiunto che da gennaio è entrata in vigore la Tares con ulteriori aumenti.

Fino a quando quest’amministrazione abuserà della pazienza dei cittadini e dei lavoratori?

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