CASTEL MORRONE – Dopo il Comune di San Marco Evangelista, anche presso il comune morronese scoppia la polemica della rinuncia alle indennità, e tutto questo viene reso pubblico dal Gruppo consiliare di opposizione “Unione Civica”.
“Ricordate la solennità con cui, un giorno sì e l’altro pure, Sindaco e Assessori ripetevano al mondo: “Rinunciamo alle nostre indennità di carica a beneficio delle casse del Comune”?”. È con queste parole che inizia il comunicato – “Di questa loro presunta vocazione all’austerità ne avevano persino fatto un punto di programma nell’ultima campagna elettorale. Anche in Consiglio comunale, più e più volte il Sindaco, in virtù di questa rinuncia alle loro spettanze di “vil denaro” pubblico, ha fatto intravedere su di sé e sui suoi Assessori un’aura di mistica santità. Ebbene, i cittadini di Castel Morrone devono sapere che questa specie di presunto empito francescano era nient’altro che una leggenda” – è il “J’accuse” dei consiglieri d’opposizione che ci vanno giù duro nel loro comunicato – “Il 24 dicembre, mentre, ironia della sorte, tutto il mondo si predisponeva a mantenere le proprie promesse di bontà, evidentemente su Castel Morrone alitava lo spirito di Ebenezer Scrooge, che mal sopporta le smancerie buoniste del Natale. In quella data, con l’ufficialità della Determina Dirigenziale N. 550, a due Assessori, uno di natura elettiva ed un altro recuperato tra coloro che gli elettori avevano scartato, veniva elargita l’indennità di carica di 3.514,08 euro ciascuno. Ma è decisamente sorprendente anche la vicenda del Sindaco. Dalla stessa determina apprendiamo che Pietro Riello “riveste la carica di Consigliere provinciale per la quale ha percepito nell’anno 2012 l’indennità di funzione dalla Provincia, e quindi non può percepire altro emolumento in base all’ art. 5 comma 11 del Dl 78/2010”. Questa è veramente una cosa dell’altro mondo!” – prosegue la nota – “Sindaco, facendo riferimento ai suoi proclami, le chiediamo: è un’operazione intellettualmente onesta andare dicendo in giro che si rinuncia all’indennità di Sindaco avendo consapevolezza di non averne diritto? E le chiediamo ancora: se lo scopo della rinuncia è quello di non gravare sulle casse degli enti istituzionali, e quindi sui cittadini, che senso ha andare dicendo in giro di voler rinunciare all’indennità di Sindaco e continuare invece a percepire quella di Consigliere provinciale? Forse i soldi di una Provincia sono meno pubblici di quelli di un Comune? Dobbiamo constatare che né il Sindaco e né i suoi due Assessori, in questo frangente, hanno fatto una bella figura” – hanno proseguito – “Ed è bene ripetere che il problema non è assolutamente quello di aver riscosso una spettanza legittima, ma quello di aver precedentemente sbandierato ai quattro venti che mai e poi mai l’avrebbero fatto! Infine, siccome non è nostro costume fare di ogni erba un fascio” – conclude la nota “dando a Cesare quel che è di Cesare” – “diciamo esplicitamente che, invece, sia il Vice Sindaco che l’altro Assessore hanno rinunciato all’indennità loro spettante, tenendo dunque fede a quanto promesso pubblicamente. Anche questa vicenda dimostra che Pietro Riello e il suo team sono complessivamente inaffidabili e agiscono in base a logiche diverse da quelle del bene del paese”.
Nunzio De Pinto