Con atto ispettivo depositato in data odierna, i parlamentari campani Sgambato, Tartaglione, Manfredi, Carloni, DI Lello, Tino Iannuzzi, Impegno, Rostan, Valiante, Bossa e Calabró hanno interrogato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e chiesto al Governo nazionale un tavolo istituzionale per onorare i debiti degli ultimi anni vantati dalle strutture private nei confronti del sistema sanitario regionale e per superare l’attuale fase di criticità che mette a serio rischio la prosecuzione dei livelli essenziali di assistenza alla vasta popolazione campana da parte di importanti case di cura, come la Pineta Grande Hospital, che potrebbero perdere l’accreditamento per la mancata sottoscrizione di un contratto dalle clausole ritenute vessatorie e dai patti definiti leonini da parte della proprietà delle stesse strutture.

Qui di seguito, il testo integrale dell’interrogazione parlamentare:
“— Al Ministro della salute. —
Per sapere – premesso che:
la regione Campania è dal 2009 in
regime di commissariamento per la sanità, condizione che ha pesantemente inciso sulla qualità dell’assistenza socio-sanitaria
e sui livelli essenziali di assistenza (LEA);
negli ultimi tre anni ha tuttavia re-
gistrato, in virtù delle limitazioni imposte sul turn-over e sulla quantità e qualità dell’assistenza fornita, un bilancio positivo, che ha fatto registrare un avanzo pari a
oltre 500 milioni di euro;
esiste una migrazione di pazienti ex-
traregionale per un valore di circa 400 milioni di euro, di cui 185 milioni per prestazioni di alta specialità, che mortificano le professionalità degli operatori sanitari della regione Campania, obbligando
i cittadini a faticosi, dispendiosi ed umilianti trasferimenti;
la quota di 24,5 milioni di euro
concessi dal Governo a favore della case di cura private per ridurre il predetto fenomeno della migrazione sanitaria relativamente alle alte specialità è stata discutibilmente ripartita, con decreto commissariale n. 89 dell’8 agosto 2016, apparente-
mente senza tener conto della qualità e della quantità delle prestazioni specialistiche fornite, o se eseguite in ragione della provenienza della rete ospedaliera del 118;
il TAR Campania, su ricorso dell’As-
sociazione italiana ospedalità privata
(AIOP), con decreto cautelare del 23 settembre 2016 ha sospeso la «clausola di salvaguardia» di dubbia legittimità presente nel predetto decreto commissariale;
nel quadro generale della Campania,
desta particolare preoccupazione la situazione della provincia di Caserta, che soffre di una cronica mancanza di posti letto, con una media di 2,3 posti letto ogni 1000 abitanti, a fronte di una media nazionale di 3,7 su 1000;
il piano ospedaliero, recentemente
approvato dalla struttura commissariale con decreto n. 33/2016, pone solo parzialmente riparo a questo squilibrio, tuttavia
indicando soluzioni di medio-lungo periodo e prevedendo 663 nuovi posti letto di cui 404 previsti per il plesso della Seconda università degli studi di Napoli, che sorgerà a Caserta non prima di tre anni;
in particolare, nel comprensorio di
Castel Volturno-Mondragone (CE), al limite verso il mare della cosiddetta «terra dei fuochi», in un contesto di profondo degrado urbanistico ed a fortissima immigrazione extracomunitaria stanziale e
transeunte, agisce il presidio ospedaliero (P.O.) «Pineta Grande Hospital», struttura di altissima qualità professionale ed organizzativa con forte radicazione territoriale;
il suddetto «Pineta Grande Hospi-
tal», dotato di un pronto soccorso ed
inserito nella rete regionale dell’emer-
genza, eroga circa 50.000 prestazioni annue, svolgendo una funzione sanitaria insostituibile in un territorio che in estate arriva ad ospitare oltre 800.000 persone;
lo stesso presidio ospedaliero riceve
annualmente circa 500 trasferimenti per «competenza» dagli ospedali pubblici territoriali e non, in ragione delle prestazioni sanitarie di altissima specializzazione fornite (rianimazione, cardiochirurgia, chi-
rurgia vascolare, U.T.I.C., cardiologia interventistica – emodinamica ed elettrofisiologia –, neurochirurgia, chirurgia toracica, T.I.N., chirurgia del fegato, del pancreas e dell’obesità, ortopedia e traumatologia, nonché ginecologia ed ostetricia);
per il terzo anno consecutivo il bu-
dget annuo assegnato al presidio Pineta Grande di 39 milioni di euro è stato sforato di circa 15 milioni di euro, al fine di poter rispondere alle predette esigenze assistenziali richieste prevalentemente dal
territorio e dalle aree limitrofe;
tale sforamento, operato al solo fine
di consentire l’inalienabile diritto alla salute dei cittadini, non consente alla struttura di operare al massimo delle proprie capacità, mettendo così a rischio l’occupazione del personale sanitario (circa 500 effettivi fra medici e infermieri) e la tenuta
stessa di quello che rappresenta l’unico presidio ospedaliero del comprensorio di Castel Volturno-Mondragone –:
se il Governo sia a conoscenza dei
fatti illustrati e se non ritenga opportuno promuovere rapidamente, per quanto di competenza, un tavolo istituzionale per la definizione dei crediti pregressi e per la rimozione dei limiti predefiniti sulla base
delle sole esigenze finanziarie, che vanno a impattare direttamente sulla qualità della vita dei cittadini, negando il diritto alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione, scongiurando così il rischio di
chiusura delle strutture di assistenza, ed in particolare del presidio «Pineta Grande Hospital», che sarebbe conseguente alla sospensione dell’accreditamento per mancata sottoscrizione di un contratto forte-
mente penalizzante”.



SGAMBATO, TARTAGLIONE, MANFREDI, CARLONI, DI LELLO, TINO IANNUZZI, IMPEGNO, ROSTAN, VALIANTE, BOSSA e CALABRÒ.

 

 

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