Il Comitato Anti I.A.P. per la difesa dei diritti dei contribuenti santarpinesi ha incontrato i commercianti locali per discutere, nel corso di un’assemblea pubblica, sulla rovente vicenda delle “cartelle pazze”. Le domande scaturite dall’incontro, cui hanno preso parte circa un centinaio di commercianti, saranno poste all’amministrazione comunale di Sant’Arpino con un volantino pubblico che già da oggi è in distribuzione. Continua dunque l’attività del comitato che, in attesa di risposte alla petizione del 24 maggio scorso con cui sono state raccolte circa mille firme, è impegnato in una serie di confronti itineranti in vari luoghi pubblici del paese per analisi e confronti sulla infuocata questione delle “cartelle pazze” inviate dalla società che gestisce la riscossione dei tributi per conto del comune. Ieri il comitato ha riunito in un bar della cittadina atellana, in modo trasparente e democratico, i commercianti e gli artigiani locali che sono letteralmente infuriati per le cifre esose che sono tenuti a pagare per la tassa dei rifiuti del 2014, la famigerata TARI. Da studi comparati, fatti dai membri del comitato, risulta che l’amministrazione di Sant’Arpino ha applicato nel 2014 le tariffe più alte di tutti i comuni dell’agro aversano. Dai dati, rigorosamente documentati con delibere e altri atti ufficiali, emerge che un negozio di ortofrutta oppure un fioraio esercente a Sant’Arpino paga quasi quattro volte in più rispetto ad uno stesso negoziante che esercita a Gricignano o Frattamaggiore. Alla riunione erano presenti barbieri, fiorai, ristoratori, panificatori, baristi, salumieri, gestori di edicole e cartolibrerie ecc. che hanno esposto le loro lamentale anche in virtù della grave crisi economica che investe il commercio. “Ho un negozio che produce meno di un cestino di spazzatura al giorno- ha dichiarato un commerciante – e pago una cifra altissima che è il triplo del negozio del mio collega che si trova dall’altra parte della strada nel comune confinante”. I commercianti ed i numerosi cittadini che erano presenti all’incontro hanno chiesto maggiore trasparenza e rendiconto dagli atti amministrativi per capire come vengono spesi i soldi incassati dai contribuenti con il ruolo Tarsu e il perché di questo aumento spropositato. Dopo un’ampia e civile discussione i commercianti, insieme al comitato, hanno deciso di sollecitare gli amministratori a dare risposte alla petizione in virtù dell’imminente scadenza dei pagamenti e di sottoporre loro dieci “semplici” domande per capire il perché di queste altissime tariffe ed avere nel contempo dati trasparenti sul costo reale del servizio. Tali domande saranno consegnate al sindaco facente funzione e divulgate anche con un volantino in distribuzione da oggi nel paese atellano. “Non ci fermeremo finché non avremo una risposta chiara, non possono tacere” ribadiscono gli attivisti del movimento civico che con il passare dei giorni raccoglie sempre più consensi nella popolazione esasperata dal continuo arrivo di avvisi di pagamento, molte volte errati e ingiusti, inoltrati dalla IAP per conto del comune. Di seguito le dieci domande: “1) Quando darete risposta alla nostra petizione, sottoscritta da 1000 cittadini? 2) I commercianti pagano la Tari più cara di tutto l’agro aversano. Perché la IAP ha applicato tariffe più alte rispetto a quelle, già elevate, stabilite con delibera di giunta n. 86/14? 2) Quanto è costata alle casse comunali la IAP in questi anni? E quali benefici ha portato al comune? 5) Avete speso 422.000 euro in più del previsto per rifiuti nell’anno 2010. Avete poi chiesto ai cittadini di pagarli con il ruolo suppletivo. Che spese avevate fatto? 6) Avete speso 610.000 euro in più del previsto per i rifiuti nell’anno 2011. Avete poi chiesto ai cittadini di pagarli con il ruolo suppletivo. Che spese avevate fatto? 7) Dove sono finiti i 110.000 mq in più di superficie tassabile per civili abitazioni scoperti dalla IAP con nota prot. 5397/12 e destinati a coprire le spese aggiuntive del ruolo suppletivo TARSU 2011? 8) La IAP non ha inviato il ruolo suppletivo TARSU 2011 in TRE RATE nel 2013 come impone la determina n. 44/13 citata nell’avviso. In base a quale atto amministrativo ha cambiato le condizioni e i tempi di pagamento? 9) Quanto incassa il comune annualmente dalla vendita di plastica, cartoni e vetro? 10) Dai documenti amministrativi risulta che il costo del servizio di raccolta dei rifiuti nell’anno 2014 è di 1.840.413 euro. Di tale somma 521.000 spesi per spazzamento e lavaggio di strade; 442.000 per il costo di raccolta e trasporto; 500.000 per i costi di smaltimento in discarica. Come sono stati spesi i restanti 377.000 euro?”

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