Nel mare magnum dei veti incrociati e delle polemiche a non finire, per ora l’unica forza politico-culturale ad avere le idee chiare in vista delle comunali è l’associazione “Sant’Arpino Oltre”. Il sodalizio infatti ha già individuato il candidato sindaco. L’onere e l’onore di guidare la lista sarà proprio il presidente dell’associazione Domenico Iovinella, dirigente provinciale del partito democratico. Iovinella, già coordinatore cittadino dei dem ortesi, vive da oltre un trentennio a Sant’Arpino. Ed è qui che vuole dare il suo contributo per risollevare le sorti della cittadina atellana. La sua candidatura non è ancora ufficiale perché sono in corso una serie di incontri per costituire un’ampia aggregazione che possa inglobare forze politiche e esponenti del mondo della società civile. L’obiettivo di Iovinella è creare il giusto mix tra politica e civismo per condire una proposta programmatica credibile. Impresa tutt’altro che facile. Ma l’esponente dem, legatissimo al consigliere regionale Stefano Graziano, è fermamente convinto di riuscire nel suo intento. Intanto sui versanti opposti regna la totale confusione con spaccature e contrapposizioni spesso dovute a motivazioni di ordine personale. La politica locale si è trasformata in campo di battaglia con morti e feriti su tutti i fronti. Si susseguono incontri frenetici per cercare di ricomporre i cocci. Uno dei più “corteggiati” è il consigliere comunale Angelo Lettera. E’ stato contattato, tra gli altri da Iolanda Boerio, lady “mille voti”, e Salvatore Brasiello, ex braccio destro di Eugenio Di Santo. L’avvocato finora non ha chiuso la porta in faccia a nessuno. Ma ha posto precisi paletti politico-programmatici. Non a caso Primavera santarpinese ha fatto saltare il tavolo formato anche dal Gruppo autonomo e dal Nuovo Psi. Lettera pretende un riconoscimento ufficiale sul ruolo svolto all’indomani del “caso” Di Santo e chiede chiarezza sui criteri politici e programmatici per la composizione di uno schieramento che, seppur trasversale, non debba correre il rischio di trasformarsi in un calderone che inevitabilmente sarebbe bocciato dall’elettorato. Ad oggi di confusione ce n’è fin troppa. Generarne altra sarebbe un suicidio politico.

Mario De Michele

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