Gli arresti del sindaco, di una parte del consiglio comunale di San Felice a Cancello e di alcuni imprenditori collusi avvenuti nei giorni scorsi, sono solo gli ultimi di una serie infinita di fermi, indagini e perquisizioni che in questi ultimi mesi hanno scosso diverse amministrazioni della nostra provincia insieme allo stesso consiglio provinciale. Se i fatti che stanno emergendo in queste ore dovessero essere confermati, sarebbe chiaro che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio sistema amministrativo regolato dalla ricerca di soli interessi particolari e di una classe politica corrotta e inaffidabile che minaccia seriamente lo sviluppo dei propri territori e la qualità stessa della vita dei propri cittadini. Riprendendo le parole di don Luigi Ciotti, servono scelte chiare e nette, non sono affatto possibili mediazioni: proprio come nella lotta contro le mafie bisogna contrastare questo sistema con tutta la volontà e con azioni concrete che vanno al di là delle semplici parole. Purtroppo la corruzione nel nostro paese è a livelli altissimi e tocca tutte le aree, dalla politica all’imprenditoria, “siamo un paese in coma e culturalmente depresso”. Ma non possiamo permettere che venga considerato normale amministrare per tornaconti personali, così come non possiamo permetterci di continuare a restare silenti di fronte ai continui danni economici, sociali ed ambientali che scaturiscono da questi comportamenti eticamente scorretti. I fatti venuti alla luce in questi giorni sono allarmanti perché alimentano ancor più la delegittimazione di ogni livello istituzionale e la sfiducia in tutta la classe politica, vecchia e nuova. Se confermati non rappresentano altro che lo specchio di quel degrado morale, sociale e culturale che sta alla base del dilagare di ogni tipo di fenomeno criminale, perché una classe politica corrotta non potrà mai contrastare le azioni illegali che influenzano gli appalti, le speculazioni edilizie, le forniture ed i servizi. Una classe politica corrotta non potrà mai essere garanzia per il proprio territorio e forse nemmeno per se stessa perché sempre sotto ricatto degli stessi corruttori. Ogni abuso di potere è sinonimo di immoralità e ogni tangente versata è venir meno ai principi di etica sociale. Ancora oggi, ancora di più, è importante diffondere a tutti i livelli una cultura della legalità che è cultura del bene comune. Abbiamo la necessità di rompere questo patto criminoso se vogliamo ridare fiducia ai nostri territori, abbiamo bisogno di riaffermare un nuovo patto sociale che si basi sulla responsabilità civile di ognuno e su una cittadinanza attiva che porti i soggetti reali ad essere protagonisti e fruitori delle azioni amministrative, perché l’illegalità e la corruzione sono in netto contrasto con la partecipazione attiva dei cittadini.
Coordinamento Libera Valle di Suessola
Coordinamento Libera Maddaloni