GRICIGNANO – È la prima volta, da quando si è insediata questa amministrazione, che viene convocato d’urgenza un Consiglio Comunale. Spinto dalla mia curiosità per questo evento alquanto anomalo, ho cercato di documentarmi per verificare quali fossero i motivi di tale urgenza, ed ho scoperto, nostro malgrado, che probabilmente non ve ne sono affatto. Infatti, l’art. 46 del regolamento del Consiglio Comunale recita: “è possibile effettuare riunioni urgenti nei casi di calamità o per motivi di ordine pubblico o per l’osservanza di termini perentori”.

Probabilmente si è fatto riferimento all’osservanza dei termini perentori per l’approvazione della convenzione di cui all’oggetto (ex art. 30 del TUEL), ma da una semplice lettura del TUEL si evince chiaramente che “la ratifica di un accordo di programma in seno al Consiglio Comunale entro 30 giorni è obbligatoria quando l’accordo comporti variazioni degli strumenti urbanistici, a pena di decadenza”. Quindi, non ravvedendo nessuna variazione degli strumenti urbanistici e, per fortuna, nessuna calamità o disordine pubblico, il sottoscritto, con tutta la buona volontà, non è riuscito (almeno ad occhio nudo) a riscontrare nessuno dei casi tipizzati dal richiamato art. 46, quindi ritengo giustificati i miei seri dubbi sull’effettiva esistenza dell’urgenza con la quale è stato convocato il Consiglio Comunale al quale stiamo partecipando. Tuttavia, spinto dallo spirito collaborativo che da sempre mi contraddistingue, ho proceduto ugualmente alla seguente analisi della trattazione dell’ordine del giorno: La gestione associata dei servizi sociali e della integrazione socio-sanitaria nella forma della convenzione con approvazione del relativo accordo di programma per l’adozione dei Piani di Zona 2013/2015 è sicuramente, se ben attuato, uno strumento fondamentale per la realizzazione delle politiche di intervento nel settore socio-sanitario.

Lo strumento convenzionale ha una sua utilità sia per assicurare il coordinamento di più soggetti pubblici, sia per sostituire il provvedimento autoritativo laddove vi siano ragioni per ritenere che con il consenso del destinatario si possa raggiungere un risultato in modo più efficiente ed efficace dell’imposizione unilaterale. Prima di esprimere il mio voto su tale questione vorrei fare delle osservazioni in merito a tale proposta portando a conoscenza di tutto il Consiglio il contesto di precarietà nel quale versa l’ambito CE6. Sul merito, chiedo se l’Assessore Buonanno realmente sa come stanno le cose in riferimento alla gestione dell’ambito CE6. Nel dubbio, (giustificato, quest’ultimo, anche dalla mancanza di una doverosa relazione accompagnatoria sui risultati raggiunti e sui fondi assegnati all’ambito, redatta dallo stesso Buonanno) mi prendo io l’onere di portare a conoscenza di tutta l’amministrazione e della cittadinanza la situazione attuale riguardante l’argomento in esame.

In particolare, durante l’ultimo incontro tecnico tenutosi presso la Giunta Regionale “Area Di Coordinamento Assistenza Sociale e Attività Sociali” al quale hanno partecipato i 9 comuni che compongono l’ambito territoriale, sono stati elencati i seguenti “risultati” riguardanti la gestione dell’ambito: – Si sono persi i contributi delle 2 annualità (la II e la III) riferite al piano sociale di zona 2010/2013; – Sono stati già assegnati € 152.000,00 come nuovo contributo; – La giacenza di cassa alla data di tale incontro era di € 328.000,00; – I fondi assegnati all’ambito per il 2013 sono pari ad € 1.844.182,74 così ripartiti:

1. Fondo Nazionale politiche sociali: € 978.484,89;

2. Fondo regionale politiche sociali: € 355.438,81;

3. Fondo non autosufficiente: € 510.259,04 condizionato alla presentazione del nuovo piano sociale di zona.

Sulla base dei risultati elencati, e con particolare riferimento alla perdita dei contributi delle 2 annualità e al condizionamento del fondo non autosufficiente, legato alla presentazione del nuovo piano sociale di zona, si evince una gestione dell’ambito palesemente inefficiente ed inefficace. Tale situazione è dovuta sia ai continui litigi, verificatisi tra i vari comuni che compongono l’ambito, riguardanti la mancata ratifica del piano sociale di zona 2010/2013 (vedi l’ex comune capofila Succivo, ed il nuovo, Casaluce), sia alla mancata organizzazione in termini di Governance dell’ambito stesso. Per quanto riguarda la Governance, il problema è che l’organo politico che governa il piano sociale di zona (il Comitato dei Sindaci) non avendo uno status giuridico riconosciuto ma solo politico, non ha alcuna competenza gestionale e quindi non può gestire direttamente il piano sociale di zona.

La stessa situazione è anche vissuta dal coordinatore dell’ufficio di piano (Dott.ssa Enza Fontana) che nella sua configurazione attuale ha funzioni di coordinamento e non di gestione diretta. Questo è il vero problema del funzionamento di un ambito: la mancanza di figure per programmare, monitorare e valutare il funzionamento di tale ambito. Il triste risultato che scaturisce dalle problematiche appena elencate ha portato alla mancanza di un consenso unanime dei comuni partecipanti in riguardo all’adozione del piano di zona e della relativa convenzione, con i vari regolamenti che disciplinano il piano stesso. Infatti, dall’analisi della documentazione agli atti depositata presso l’ufficio Segreteria del comune di Gricignano Di Aversa, si nota che mancano addirittura le firme dei rappresentanti del Comune di Aversa, del Comune di Teverola e del Comune di Sant’Arpino (sia sulla convenzione che sull’accordo di programma). Una possibile soluzione a tali criticità gestionali ed organizzative potrebbe rinvenirsi nell’adozione di un istituto giuridico, quale quello del Consorzio Intercomunale, probabilmente più adatto, secondo il sottoscritto, in questa fase di avvio per la gestione dei servizi sociali di più comuni.

Nel resto d’Italia sono già numerosi i consorzi intercomunali che gestiscono i servizi sociali. Infatti, il consorzio garantisce l’omogeneità di intervento sul territorio di riferimento ovviando al problema della disparità di trattamento per bisogni simili e garantendo la tutela dei diritti sostanziali. Tornando al caso specifico, è opportuno sottolineare la dubbia utilità dell’approvazione di un Accordo di Programma, se non esiste il consenso unanime dei partecipanti. Veramente si spera che la collaborazione tra i 9 comuni aderenti al presente accordo potrà facilitare l’accesso ai servi socio-sanitari, abbattendo gli ostacoli che gli utenti incontrano lungo il percorso burocratico, promuovendo politiche finalizzate a conseguire risultati di efficienza e di efficacia dei relativi procedimenti amministrativi attraverso la definizione appunto di Piani di Zona? Come possiamo aderire ad un ambito se è da due anni che tale ambito nemmeno è in grado di farsi dare i contributi per colpa di due comuni che stanno in lotta perenne tra di loro? Mi sorge il dubbio che tale adesione sia una sorta di contribuzione al costo complessivo dei servizi erogati e alle spese di gestione, con una quota proporzionale al numero di abitanti (determinata in 7 € per abitante) ma che a fronte di tale contribuzione non si riceve nessun servizio o, se si riceve, è di scarsissima qualità.

Ciò è dimostrato anche dal continuo aumento delle giacenze di cassa, sintomo di un mancato utilizzo dei fondi destinati a sostenere le fasce socialmente più deboli. È per questo che mi sento di sollecitare per l’ennesima volta la creazione di un tavolo permanente di confronto tra maggioranza ed opposizione per coordinare le azioni politiche e programmatiche, anche e soprattutto in termini di contrasto all’esclusione ed al disagio. Quindi, in definitiva, considerata la non giustificata urgenza e la mancata legittimità di provvedere in consiglio alla ratifica di tale accordo, si ritiene di dare voto sfavorevole e contrario a tale proposta, chiedendo però di effettuare controlli seri sulla gestione del fondo d’ambito e di vigilare sui servizi erogati con verifiche dell’efficienza, dell’efficacia e della economicità per favorire il benessere delle persone e scongiurare l’emarginazione sociale delle fasce più deboli.

Gianluca di Luise (Consigliere di Opposizione)

NOTA A MARGINE

Come sempre il consigliere di minoranza Di Luise mostra ampiamente di conoscere bene ciò di cui parla e va nel merito delle questioni, dopo averle approfondite e trattate nei minimi dettagli. L’ennesima dimostrazione del senso di responsabilità con cui svolge il suo ruolo di controllore dell’azione amministrativa della maggioranza.

 

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