Piedimonte Matese- “Uomo delle battaglie della vita pubblica e privata”. Così Antonello Velardi, caporedattore del “Mattino”, ha presentato Carlo D’Andrea che, nel suo quarto libro “ L’incompiuta.Mezzo secolo di DC a Piedimonte Matese”), ha raccontato nell’aula consiliare la sua militanza politica, la sua attività amministrativa, l’opera di insegnante e dirigente scolastico e di giornalista ma anche tanti frammenti di vita privata come i numerosi viaggi europei con gli amici, squarci di vita sociale nel maggiore centro urbano matesino .Il suo quarto libro dopo quelli scritti a seguito dell’aneurisma che lo ha costretto a lasciare l’attività pubblica e ad una tenacissima attività di recupero logopedico a causa della perdita dell’uso del linguaggio. “Un secondo tempo della sua vita non meno bello come quello energico e fecondo del primo” – ha ricordato Giovanna Mastrati nel solco di un personale filone narrativo. Opera incentrata in grandissima parte sull’attività politico-amministrativa( dal 1964 al 1981 ) : ”Non un libro di elogio della Dc ma di militanza” con tanti richiami, alcuni tratteggiati, a vicende locali e nazionali (l’intreccio tra dimensione macro e micro è uno degli elementi costanti del libro).Certo affiora la nostalgia per le energie spese nel vigore del percorso pubblico-privato ma non è così ingombrante e distorsiva. A parlare del libro (una sintesi con gli occhi ed il cuore appassionato di 50 anni) alcuni degli amici di sempre come il docente universitario Michele Malatesta che ha raccontato i numerosi viaggi compiuti nei paesi europei con un ricco e spassoso carnet di aneddoti, Lino Diana , ex sindaco ed amico di numerose campagne elettorali in coppia(“grazie Carlo ci ha fatto rivivere una serata in stileDc”) che si è complimentato della ricchezza di richiami sul doppio binario nazionale/locale ma anche esistenziali, amicali come il ricordo della targa consegnata in piazza Roma in occasione della elezione di Diana a sindaco(D’Andrea si era ritirato dall’attività pubblica) Richiamata anche la “giunta milazziana” del 1985 con il gruppo vicino a Dante Cappello messo in minoranza . Tra relatori anche Netta Antonucci ex consigliere, combattiva promotrice delle attività sportive montane che ha ricordato il lungo, tenace impegno di D’Andrea per la valorizzazione delle zone montane in chiave turistico-sciistica confluita nell’apertura della stazione di Bocca delle Selva dopo anni di sensibilizzazione e studio per l’attivazione di questa prospettiva . “ Per me è stato un punto di riferimento per l’area matesina per la consapevolezza, l’orgoglio di appartenere ad area periferica, solo le distanze geografiche, e di una giovinezza intellettuale poliedrica, per la sua costante voglia di ripartenza ” ha concluso Velardi. Da qui si può ripartire per un confronto pubblico anche sulla Piedimonte di oggi e di quella che verrà.

Michele Martuscelli

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