CESA. Anche se un singolo episodio positivo non è risolutivo nei confronti di un diffuso scempio del territorio in corso da anni nella località Arena ed ulteriori accorgimenti di limitazione del traffico veicolare sono in corso di attuazione esso rappresenta un’inversione di tendenza che indica il passaggio da una fase di affermazione di buone intenzioni troppe volte declamate in convegni e seminari ad una fase operativa.

Ringrazio pertanto i volontari della Protezione civile che stanno mettendo in piedi una struttura capace di collaborare con le istituzioni in modo pratico e propositivo senza nascondersi dietro formalismi di facciata. Apprendo che altre associazioni affermano di vigilare da giorni sulla ‘Terra dei Fuochi’ con i propri volontari, ma mentre da un lato chiedono ordinanze e convenzioni, hanno dimenticato di informare il Comune dell’attività riferita. Le problematiche degli sversamenti illegali non possono trovare risposta solo nell’impegno delle forze dell’ordine e delle strutture comunali sovraccaricate da numerose competenze e scarso personale, ma attraverso un sistema integrato che vede responsabilizzata e collaborante la società civile. Spero che quanto prima altre associazioni aderiscano, coordinandosi con il Comune, ad iniziative di sorveglianza civica ed adozione di aree degradate così come previsto dall’articolo 6 del Patto per la terra dei fuochi approvato in giunta comunale che recita tra l’altro “In particolare gli enti locali e le associazioni ambientaliste, si rendono promotori di iniziative di coinvolgimento e impegno diretto di gruppi di volontariato sociale, comitati, organizzazioni no-profit, agenzie educative e sociali in attività di cittadinanza attiva per la sorveglianza civica del territorio e l’adozione di aree pubbliche oggetto di degrado, allo scopo di favorirne il recupero e, se possibile, l’uso collettivo”. Per realizzare queste finalità non sono indispensabili né le guardie ambientali, né particolari forma di tutela, né servono iniziative spontanee e solitarie, ma è necessario il coordinamento con le istituzioni comunali e la presenza assidua sul territorio allo scopo di scoraggiare gli sversamenti; non tocca infatti ai volontari, ma alle istituzioni preposte l’attività di repressione.

 

Il sindaco Cesario Liguori

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