Alife – “Siamo stati ingenui :Dio ci perdonerà nella sua immensa Misericordia. La storia, quella verifica  che sarà il distacco dalle cronache drammatiche di oggi e, soprattutto le prossime  generazioni No, non ci perdoneranno”.

Don Maurizio Patriciello ha aperto così il suo intervento, sollecitato dalla giornalista Adele Consola, nell’auditorium dell’Ipia di Alife in occasione della presentazione del  suo libro che raccoglie gli articoli scritti per “Avvenire”, il quotidiano dei vescovi, che dal 2012 ha contribuito ad  indagare e portare alla ribalta il dramma della “terra dei Fuochi”. Un viaggio-denuncia, con quella serie di articoli, nell’umanità dolente e ferita dei rifiuti interrati , specie industriali, della terra inquinata, delle morti, delle famiglie straziate. Un richiamo apocalittico che poi si è dischiuso alle ragioni della speranza fattiva del rialzarsi con la citazione de miracolo di Lazzaro  e dell’opera del “bene che cammina lentamente ma stringe il male”. Un impegno che interpella tutti – ha detto Don Maurizio con  lo slancio pastorale anche linguistico per far capire la posta in palio: il futuro di  quella terra e delle Campania nel suo insieme. E proprio dall’eterna “emergenza” dei rifiuti che ha preso le mosse  il parroco : un’emergenza non “per incapacità ma per  furbizia: tutto è diventato straordinario(qui la prima  selva di applausi mentre Don.. incalzava).

Da qui le ecoballe ( “Là stavano e la stanno”. Tutto quello preceduto da eco è un imbroglio” indicando alcuni siti di enormi ammassi) o i famosi Cdr(“sigla strana che sta a significare un camposanto di monnezza”) .Don Maurizio ha  lanciato anche una provocazione :  di fare visite scolastiche presso i siti di ecoballe perché una cosa è  leggere un’altra vedere queste cose”).Ma  il tema su cui ha scandito  maggiormente una voce già appassionata è quando ha parlato dei rifiuti industriali :” il Nord ci faceva lezioni di educazione civica ma intanto i  camion di rifiuti industriali, chimici    partivano da lì ed erano interrati nelle nostre terre”. Poi piano piano è cresciuta l’attenzione e la mobilitazione :” grazie ai roghi tossici. Non sono impazzito ma quelli si vedono ed il problema è diventato visibile” citando a mò di esempio, il caso dei copertoni(“migliaia ammassati illegalmente e bruciati”) .Una mobilitazione di associazioni, comitati, degli organi di informazione che ha portato a sdognare il problema  a livello nazionale ed europeo con la raccolta di firme ed altre iniziative di sensibilizzazione per far conoscere la drammatica realtà della “terra dei Fuochi”.

Michele Martuscelli

 

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