“Il processo di candidatura è andato avanti in maniera complicata visto che io posso parlare con Ilaria solo 10 minuti al giorno”. Lo ha detto Roberto Salis, padre della prof detenuta in Ungheria, nel corso di un incontro de La Repubblica delle Idee, a Napoli. “Da quando è nata questa storia ho cercato di battere tutte le porte che potevo – ha raccontato – certe volte mi hanno totalmente ignorato, mi hanno sbattuto la porta in faccia, a volte ho ricevuto un segno di solidarietà e in alcuni casi delle persone che hanno deciso di dare un contributo specifico. Da lì ci è stato detto da due entità politiche costituite ed una in itinere che ci sarebbe stata la possibilità di una candidatura, questo processo è andato avanti in maniera complicata posso parlare dieci minuti al giorno”. Salis chiarisce che Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato informato della candidatura di Ilaria Salis con Avs. “Ho cercato sin dall’inizio di coinvolgere il Capo dello Stato nella vicenda di Ilaria in quanto garante della Costituzione – ha raccontato Roberto Salis -, la prima preoccupazione, soprattutto di Ilaria, quando è stata decisa la candidatura, è stata quella di informare Mattarella. La disponibilità che il Capo dello Stato ha mostrato verso la storia di Ilaria ha colpito soprattutto mia figlia che ne ha parlato come un nonno affettuoso. Ci sembrava giusto coinvolgerlo anche per la candidatura”. “Noi abbiamo l’articolo 3 della Costituzione che dice che tutti i cittadini devono avere lo stesso trattamento davanti alla legge, non si dice in quale Paese. Chi ha scritto la Costituzione era un pochino più saggio della media politica che abbiamo attualmente. “Chi rappresenta le istituzioni dovrebbe garantire che la legge sia rispettata non solo da noi ma anche dagli altri stati”, ha aggiunto. “Ilaria sta abbastanza bene è una donna molto forte, ha avuto periodo molto duro, soprattutto i primi 35 giorni di detenzione sono stati difficili. Noi non avevamo contezza di quello che stava passando e questo per me è stato un grave cruccio. Adesso sta meglio le condizioni carcerarie sono un po’ migliorate ha ricevuto finalmente un phon”. Lo ha detto il papà di Ilaria Salis, Roberto, che sta partecipando ad un incontro a La Repubblica delle Idee in corso a Napoli. “Nell’ultimo pacco consegnato dall’ambasciata finalmente è riuscita a ricevere un phon e dopo 14 mesi è riuscita ad asciugarsi i capelli con uno strumento evoluto”, ha spiegato. Si commuove Roberto Salis quando parla della storia della figlia Ilaria detenuta in Ungheria. “Mi sono trasformato in un attivista dei diritti umani 24 ore su 24”, ammette a Napoli. “Io faccio il papà di Ilaria non faccio politica”. Poi ricorda l’impegno anche della mamma di Ilaria, di tutta la famiglia, “impegno e anche tanto dolore”. “Ilaria – racconta infine il padere Roberto – sta abbastanza bene è una donna molto forte, ha avuto periodo molto duro, soprattutto i primi 35 giorni di detenzione sono stati difficili. Noi non avevamo contezza di quello che stava passando e questo per me è stato un grave cruccio. Adesso sta meglio le condizioni carcerarie sono un po’ migliorate ha ricevuto finalmente un phon. Nell’ultimo pacco consegnato dall’ambasciata finalmente è riuscita a ricevere un phon e dopo 14 mesi è riuscita ad asciugarsi i capelli con uno strumento evoluto”.

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