Caso Sangiuliano, la telefonata di Boccia al capo di gabinetto: “Dove è finito il mio contratto?”

La ricostruzione della vicenda della mancata nomina di Maria Rosaria Boccia a consigliera per l’organizzazione dei grandi eventi del ministero della Cultura, allora presieduto dal ministro Gennaro Sangiuliano, attraverso audio e testimonianze inedite. La propone Report, in onda domenica 8 dicembre alle 20.30 su Rai 3 e condotto da Sigfrido Ranucci, con l’inchiesta “Travolti da un insolito destino nel mese di agosto” di Luca Bertazzoni, con la collaborazione di Marzia Amico. Al centro dell’inchiesta di Report una telefonata inedita tra Boccia e l’allora capo di gabinetto del ministero della Cultura, Francesco Gilioli. Un nuovo tassello nella vicenda che ha visto protagonisti l’imprenditrice campana e il suo rapporto con l’ex ministro della Cultura Sangiuliano. Rapporto che lo ha costretto alle dimissioni. Nella conversazione tra i due, Gilioli spiega di aver “avuto indicazioni dal ministro di non procedere al perfezionamento della nomina”. Boccia a questo punto chiede spiegazioni: “E quello che ho firmato?”. L’imprenditrice vuole sapere cosa ne è stato del “contratto” da lei sottoscritto. E l’allora capo di gabinetto, mandato via poi dal nuovo ministro Alessandro Giuli, le consiglia di fare un accesso agli atti. Ma Boccia insiste, indicando nel 7 agosto la data in cui avrebbe firmato nella stanza del ministro (Sangiuliano ndr) alla presenza anche di Gilioli. E aggiunge: “Se lei non l’ha strappato lo troveremo”. Sul caso Boccia-Sangiuliano, Report ha anche sentito l’avvocato dell’ex ministro, Silverio Sica. Il legale spiega che Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia e sorella della premier, “aveva avvertito molto prima Sangiuliano di stare attento a questa persona, che c’erano delle voci che giravano su questa persona”. L’autore dell’inchiesta ha anche cercato di parlare con la stessa Arianna Meloni, aspettandola davanti alla sede del partito in via della Scrofa a Roma. Meloni che però non ha risposto nel merito della questione. Ma ha preferito attaccare Report sottolineando che viene pagato coi soldi pubblici.