“Le condotte persecutorie e diffamatorie hanno una rilevanza pubblica: in una situazione di separazione, non è normale, ma costituisce reato costringere la moglie e i figli a vivere nella perenne situazione di ansia e paura per la propria incolumità, cercando anche di fare il vuoto «sociale» intorno alla coniuge attraverso una campagna di demolizione della sua reputazione e di quella di chi ha deciso di non girarsi dall’altra parte, ma di assicurare supporto e aiuto”. È una sintesi impietosa quella degli avvocati Teresa Manente ed Ilaria Boiano in seguito alla condanna a due anni del sindaco Pd di Cesa Enzo Guida per stalking e diffamazione ai danni della moglie Tina Bove. Attraverso una breve ma incisiva nota i legali della consorte del primo cittadino (attualmente sono separati) commentano a caldo la decisione del tribunale Napoli Nord che ha irrogato un pesante pena al sindaco. Condannato a un mese e 10 giorni anche Domenico Guida, padre del primo cittadino ed ex consigliere comunale di Cesa. “Attendiamo le motivazioni della sentenza – aggiungono gli avvocati Manente e Boiano – poiché siamo convinte che traccerà un pezzo importante nel percorso sociale di riconoscimento della gravità delle condotte perpetrate nelle relazioni familiari anche attraverso l’uso di internet e i social network”. I legali della Bove non hanno dubbi: il sindaco Guida avrebbe ideato un vero e proprio “sistema illegale” per difendersi dalle accuse della moglie. Da qui la rilevanza pubblica del comportamento del primo cittadino. Per perseguire la sua opera di “demolizione dell’immagine della consorte” Guida sarebbe ricorso infatti anche strumenti di grande impatto sull’opinione pubblica come “internet e i social network”. In un altro procedimento per lesioni personali in corso sempre presso il tribunale Napoli Nord il sindaco di Cesa è imputato con l’attuale compagna Erika Alma, consigliere comunale dem di Aversa. In caso di una condanna altrettanto pesante Guida rischia addirittura il carcere. Ma è ancora presto per fare previsioni. Il primo processo è giunto al primo grado mentre il secondo procedimento va a rilento. Ma per il primo cittadino del Pd il futuro si preannuncia tutt’altro che roseo con possibili ripercussioni devastanti sia sul piano personale che politico.
Mario De Michele