20 febbraio 2025. Due mesi fa. Il consiglio comunale di Cesa approva la modifica al regolamento per il pagamento della tassa sui rifiuti. Viene introdotto il comma 5 all’articolo 19: “È riconosciuta una riduzione del 50% della tariffa per gli immobili classificati nella categoria A10, presso i quali non risulti, a qualsiasi titolo avviata una attività economica” (link in basso). Ne beneficeranno i proprietari delle case-ufficio. Come detto e scritto, Guida e company puntato tutte le fiches sugli abitanti dei parchi costruiti in zona D, destinati ad attività commerciali o produttive. Il sindaco ha capito che lì si giocano i minuti cruciali della partita delle amministrative 2026. Con Giuseppe Fiorillo in campo, a capo di una “coalizione di volenterosi”, non reggono le favolette dei “buoni e dei cattivi” e delle “cose belle e brutte”. Tutti considerano Fiorillo più buono di Guida. E in verità non serve nemmeno uno sforzo eccessivo. Tutti reputano Fiorillo più bello (dentro) di Guida. E anche in questo caso l’ex primo cittadino vince facile. Da qui la strategia di Guida: fare il pienone di voti nelle aree periferiche, in nome di una strumentale inclusività. Sono note le ragioni dell’affluenza in massa alle urne dei residenti della zona del ponte Cesa-Sant’Antimo nella mattinata del lunedì alle comunali del 2020. Guida sconfisse Ernesto Ferrante e tutto finì a “tarallaro e vino”.

Carlo Perfetto e Giusy Guarino

Grazie ai concorsi del comune di Cesa, si è poi fatto festa, con “tarallari e champagne”, per l’assunzione di Carlo Perfetto, santantimese doc e marito del vicesindaco Giusy Guarino. Possiamo immaginare che tra le prime a fare gli auguri a Guarino e al consorte sia stata Sofia Flauto, la regina delle cooperative sociali, legatissima al vicesindaco per amicizia e per lavoro. La società Eco, sua coop principale, ha ottenuto dall’amministrazione di Cesa un appalto diretto di 20mila euro a “chiamata”. L’ente locale chiese a colpo sicuro un preventivo esclusivamente alla Eco e le affidò l’incarico. Tutto nel giro di 24 ore. Altro brindisi, altri “tarallari”. Per inciso, Sofia Flauto e le sue cooperative sono poi finite nel mirino della Dda di Napoli e il prefetto di Salerno ha disposto l’interdittiva antimafia ai danni della Eco, considerata il grande contenitore di una serie di scatole cinesi costituite per ottenere il monopolio del Terzo settore a suon di tangenti e in accordo con la camorra. Servirebbe una bella predica dal pulpito per condannare questi vergognosi intrallazzi, non per fare campagna elettorale. Sull’argomento rimandiamo alla lettura dei canti danteschi XXIV e XXV dedicati alla bolgia dei ladri.

Torniamo alla riduzione del 50% della Tari per i proprietari delle case-ufficio. Nella furia propagandistica Guida e i membri dell’assise potrebbero arrecare un danno irreparabile ai cittadini. Si legge nella delibera di consiglio: “Al fine di usufruire di tale riduzione il contribuente, soggetto passivo TARI, dovrà presentare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in cui attesta che l’unità non è utilizzata per attività economiche (come ad esempio studi professionali, uffici o simili)”. Al netto della notoria questione urbanistica, che il sindaco e il delegato all’Urbanistica Mimmo Mangiacapra si sono impegnati a risolvere tramite fantomatici cambi di destinazione d’uso, si pone un problema residenziale. Esempio: il proprietario Tizio autocertifica che la casa dove vive “non è utilizzata per attività economiche”. A quel punto devono scattare i controlli dei vigili urbani e dell’ufficio tecnico per accertare “lo status” dell’immobile. Cosa si accerterebbe? Che gli appartamenti invece di essere utilizzati come uffici sono usati in realtà come civili abitazioni. E qui c’è l’inghippo. Per legge non è possibile ottenere la residenza in un ufficio, perché la destinazione d’uso di un locale commerciale non è idonea all’abitazione. Anche il ragionier Filini sa che un locale commerciale non può soddisfare le esigenze di una persona che vuole vivere stabilmente in un posto. Non a caso la categoria catastale di un ufficio non è adatta all’uso abitativo. Peggio ancora se gli immobili sono stati accatastati come abitazioni. I proprietari avrebbero compiuto un falso in atto pubblico. Insomma, l’autocertificazione si trasformerebbe in un’autodenuncia, perché avvierebbe i doverosi controlli che, seppur a campione, vanno effettuati, altrimenti i titolari degli uffici comunali competenti, in primis il comandante dei vigili urbani e il responsabile dell’Utc, compierebbero una grave omissione. Un’omissione d’ufficio, appunto. Reato penale.

Enzo Guida e Mimmo Mangiacapra

Ed ecco riproporsi la questione urbanistica, che va risolta a monte. È possibile abitare in un locale commerciale se si rientra in specifici criteri, ovvero occorre prima modificare la destinazione d’uso, adattare l’ambiente e ottenere il certificato di abitabilità. Ritorniamo dunque ai tanto decantati cambi di destinazione. Non si capisce perché Guida e Mangiacapra continuino a incontrare i residenti delle case-ufficio. Non si comprende perché il comune non abbia ancora rilasciato i permessi. C’è pure un vademecum per ottenere la trasformazione. Perché si continua a perdere tempo? Semplice: gli immobili in zona D non possono ottenere i cambi di destinazione d’uso senza prima riclassificare i suoli. E l’unico modo per riclassificare i suoli è la variante al Puc. Perché Guida e i suoi boys non hanno intrapreso la strada della variante allo strumento urbanistico? Per due motivi. Il primo: verrebbe certificato un significativo aumento di cubatura su tutto il territorio. Il secondo: non si farebbe in tempo a modificare il Puc prima delle elezioni dell’anno prossimo. E allora si sta cavalcando la propaganda dei cambi di destinazione d’uso. Se non è così il capo dell’Utc, l’architetto Giacomo Petrarca, conceda i permessi. Sono trascorsi già mesi dalla delibera di indirizzo e dalla pubblicazione del vademecum. Guida, che sta sempre sul pezzo su tutto, e Mangiacapra, che sta sul pezzo soltanto sul Puc, facciano in modo che gli uffici si diano una mossa. Per caso sperano di arrivare al voto senza i cambi? Sarebbe una stratosferica presa in giro per i proprietari degli immobili. Non funzionerebbe. E verrebbero castigati in termini elettorali.

Giuseppe Fiorillo

Sul versante opposto, quello di Fiorillo e della “coalizione dei volenterosi”, serve una presa di posizione pubblica. Quel è il loro approccio a un problema che c’è e che va risolto? I proprietari hanno pagato fior di quattrini, anche 170mila euro per un appartamento di 120 mq, per avere un tetto sotto cui vivere. Sono vittime di una speculazione operata dalle lobby del cemento, soliti imprenditori senza scrupoli. Chi si candida a sindaco ha il dovere di indicare una soluzione concreta. Fiorillo ha l’obbligo politico di dire la sua. Non può restare in silenzio. Amministrare significa effettuare delle scelte. Per candidarsi ad amministrare bisogna spiegare agli elettori cosa si farà se si sarà chiamati a governare la città. Elementare, Watson!

Mario De Michele

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