È giovanissimo ma ha le idee chiare su come dare il proprio contributo alla crescita del territorio. Giovanni Maisto, 25 anni, tecnico e docente formatore nell’ambito della medicina e sicurezza sul lavoro, candidato nella lista Risorgimento Atellano alle amministrative di Sant’Arpino è figlio d’arte. Il padre Elpidio Maisto è consigliere comunale uscente. Ma Giovanni giustamente rivendica la sua autonomia di pensiero e di progettualità. Membro fondatore nel 2013 della Sezione di SEL Sant’Arpino – Circolo Don Andrea Gallo e tesserato di FareAmbiente dal 2015, afferma: “Ho scelto di candidarmi perché credo nei contenuti programmatici della lista guidata da Ernesto Di Mattia. Del resto avere il professore Giuseppe Limone come garante è un onore e motivo di vanto per tutti noi”. Già solo motivi anagrafici Giovanni Maisto pone ai primi posti della sua agenda le politiche giovanili.

Giovanni Maisto

“Bisogna puntare di più sulle nuove generazioni, creare opportunità per i giovani è uno dei modi migliori per avviare un processo di crescita sociale, economica e culturale che consenta al paese di progredire”. Tra le priorità programmatiche di Maisto spiccano anche gli interventi per la mobilità sostenibile e la tutela dell’ambiente. “La green economy non è il futuro, è già il presente. Purtroppo nelle realtà locali si tratta di un concetto non ancora metabolizzato. Dobbiamo avere una visione nuovo del mondo a partire dai Comuni. Stesso discorso – aggiunge Maisto – per il ciclo integrato dei rifiuti. Bisogna spingere sul pedale della raccolta differenziata. Pur partendo da un trend favorevole, la raccolta differenziata negli ultimi anni ha battuto il passo, non riuscendo a dare ai cittadini i servizi sperati ed auspicati, così come è necessario limitare i disservizi per i cittadini con una maggiore vigilanza sulla ditta aggiudicataria dell’appalto”. Un’altra tematica che sta a cuore a Maisto è quella riguardante le politiche sociali. “Dobbiamo mettere in campo una serie di misure organiche che nel loro complesso forniscano il giusto sostegno alle fasce più deboli. Serve programmazione e organicità perché con gli interventi a macchia di leopardo o slegati tra loro l’ente non è in grado di assicurare servizi adeguati e efficaci”.

Mario De Michele    

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui