“Continueremo a votare a favore di questo ddl Nordio perché noi siamo garantisti sempre”. Ad assicurarlo è il senatore di IV, Ivan Scalfarotto, che già ieri aveva votato con la maggioranza per abolire l’abuso d’ufficio spaccando in Commissione Giustizia del Senato il fronte dell’opposizione che invece ha votato contro. Quindi direte sì anche alla stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni prevista nell’art.2 del testo? “Certo – risponde Scalfarotto – noi siamo contrari a che si massacrino le persone sui giornali” senza neanche una sentenza di condanna. “Guardate cos’è successo in questi giorni con il caso di Simonetta Cesaroni. I giornali hanno accusato apertamente una persona dell’omicidio” senza alcuna certezza giudiziaria. La Commissione Giustizia del Senato presieduta da Giulia Bongiorno, ha ripreso questa mattina l’esame dei circa 160 emendamenti presentati al ddl Nordio. Dopo aver approvato ieri l’articolo 1 del testo che prevede, tra l’altro, l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, ora si è passati all’articolo 2 che riguarda il divieto di pubblicazione delle intercettazioni anche di terzi e la riforma della disciplina della custodia cautelare in carcere. La seduta è durata poco meno di un’ora per consentire ai senatori di seguire i lavori dell’Aula, ma la Commissione potrebbe essere riconvocata nel pomeriggio. Sono presenti per il governo sia il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, sia il sottosegretario Andrea Ostellari. “Credo che ci sia un equilibrio in questo provvedimento e tutto procede”, ha detto la presidente della Commissione Giulia Bongiorno al termine della seduta. Anche sul fronte delle intercettazioni, ha spiegato Bongiorno, “non ci sono problemi, ma grandi dibattiti e grande ascolto soprattutto da parte del relatore e del governo e si procede come previsto”. “L’abolizione dell’abuso d’ufficio è un atto di civiltà giuridica. Lo chiedono a gran voce sindaci e amministratori di destra e di sinistra, di maggioranza e di opposizione. Fino ad oggi la stragrande maggioranza delle persone indagate e processate per questo reato, scritto male e applicato peggio, sono state assolte, e l’unico effetto prodotto è stato il blocco dei tribunali e delle pubbliche amministrazioni. L’abolizione di questo reato ci permetterà di dare più responsabilità e efficienza agli enti locali e alle amministrazioni”, ha commentato il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi. Il capogruppo di Iv alla Camera, Davide Faraone, sottolinea a sua volta che “l’abuso d’ufficio nel 95% dei casi si trasforma in assoluzione o archiviazione. Come faccia la sua abolizione a diventare un colpo di spugna è un mistero”. “Il tema è stato posto per la prima volta dai sindaci e con maggiore forza da quelli del Pd – ricorda Faraone – Consiglio a Elly Schlein di ascoltare di più i propri amministratori, prima di assecondare il M5s e fare battaglie campali in Parlamento. La verità è che la norma sull’abuso d’ufficio è stata disastrosa. Su 5mila processi sono arrivate solo 9 condanne. Bene ha fatto il ministro Nordio a mantenere fede ai suoi impegni, e bene abbiamo fatto noi di Italia Viva a votare a favore”. “Procediamo a passi da gigante verso l’Italia del malaffare”, commenta invece il senatore del M5S Roberto Scarpinato secondo il quale “l’opinione pubblica intanto si rende conto che c’è una politica che in larga misura fa da cinghia di trasmissione di lobby e potentati. Il problema in questo Paese non è, come ci dice l’Ue, la corruzione o il malaffare, ma la magistratura che ha condannato, dal 1996, ben 3.600 persone che avevano truccato gli appalti, i concorsi pubblici, manomesso le gare, concesso licenze edilizie che non si dovevano concedere, insomma, un vero museo degli orrori ai quali gli italiani dovranno chiedere scusa perché, tutte queste persone che sono state condannate, oggi sappiamo che non dovevano essere neanche processate, dal momento che in questo Paese l’abuso d’ufficio è una prassi normalizzata”. “Si può abusare senza avere conseguenze e non esiste più il conflitto di interessi perché il reato di abuso d’ufficio dopo il 2020 – ricorda Scarpinato – esisteva solo quando l’amministratore violava l’obbligo di astenersi in presenza di un interesse personale. Ebbene ora potrà farlo tranquillamente”.

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