Colpita e affondata. Giorgia Meloni scarica Giovanna Petrenga. La parlamentare casertana infatti non fa parte del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato (foto in basso). È stata dirottata in quello composto da Civici d’Italia-Noi Moderati (Udc-Coraggio Italia-Noi con l’Italia-Italia al Centro) e Movimento Associativo Italiani all’Estero (Maie). Una bocciatura politica netta quanto clamorosa. La Petrenga è senatrice uscente ed è stata rieletta nella lista di FdI alle elezioni del 25 settembre. Ha inoltre alle spalle altre due legislature. Insomma è una veterana del Parlamento. Eppure la Meloni non l’ha inserita nel gruppo di Fratelli d’Italia.
Si potrebbe trattare di una decisione che riguarda gli equilibri dei gruppi. Ma se fosse così la leader nazionale di Fratelli d’Italia avrebbe potuto sacrificare un parlamentare di fresca nomina o comunque con meno esperienza della Petrenga. Fatto sta che la senatrice casertana è stata catapultata senza paracadute nel gruppo Civici d’Italia-Noi Moderati e Maie. Un altro motivo, più remoto, che potrebbe aver spinto Meloni a scaricare Petrenga è di natura nominalistico: la parlamentare casertana continua a chiamare il capo del partito Melona. Ci sono decine di video che lo attestano. Ma si poteva soprassedere. Poverina, è possibile che la Petrenga sia convinta che il futuro premier si chiami Melona. Perché punirla? È in buonafede. Non lo fa per cattiveria. Il leader nazionale di Fratelli d’Italia avrebbe dovuto seguire il dettato evangelico: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Calza a pennello su Giovanna Petrenga.
Mario De Michele