Il golpe è servito. A fine mese l’opposizione eletta democraticamente sarà decapitata. Enzo Guida e i falchi della maggioranza si sono tirati su le maniche per raccogliere le teste rotolanti di Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde. La ghigliottina sarà preparata il 14 novembre. All’odg dell’assise, presieduta da Mimmo Mangiacapra, la proposta di decadenza del gruppo Uniti per Cesa. Dieci giorni dopo, in assenza degli interessati, è previsto il voto. La lama affilata farà il resto. Sul patibolo i consiglieri di minoranza. Sullo sfondo la democrazia dileggiata, offesa, sporcata in modo indelebile da una scelta squadrista. Guida e company hanno tolto la maschera: “Via quelli che danno fastidio, che non si vendono, che non chinano il capo”. Dentro gli oppositori filogovernativi. I seguaci del consigliere regionale Giovanni Zannini. Lo stesso attaccato per anni dal sindaco. Oggi suo fan sfegatato. Due piccioni con una fava. Sgominati Ferrante, Alma, Bortone e Verde, entreranno nel civico consesso gli allineati. In prima fila Ginotto De Angelis, zanniniano di ferro. Lui e Guida erano diventati come il diavolo e l’acqua santa. Ma con la benedizione del presidente della commissione regionale all’Ambiente è stata siglata la pace. Zero-zero, palla al centro. Anni di pesanti accuse reciproche cassati con un tratto di penna usando l’inchiostro dell’incoerenza e tradendo la volontà popolare. “Il colpo di mano – fanno sapere le vittime di questo atto vergognoso – arriva ad otto mesi di distanza dall’avvio dell’iter (marzo 2023) e a 15 mesi dall’ultima assenza, adeguatamente motivata come forma di dissenso politico, ad una seduta del Consiglio Comunale, datata addirittura 15/07/2022. A nulla sono valse le missive con le “giustifiche” inviate nei termini previsti e nessuna risposta è stata data alla richiesta di aggiornamento sullo stato dell’iter, inoltrata nel mese di luglio. Il procedimento è stato mantenuto aperto per mesi e mesi al fine di colpire l’opposizione al momento “giusto” e dopo aver messo a posto questioni interne alla maggioranza”. Per gli ormai ex consiglieri si tratta di “una decisione ad orologeria nel momento in cui il confronto su alcuni temi scottanti, il Puc e “Concorsopoli” in primis, si è fatto più acceso e le voci critiche nell’opinione pubblica cesana, rispetto all’operato della maggioranza, iniziano finalmente a farsi sentire in maniera chiara e forte”. A dicembre si vota per il rinnovo del consiglio provinciale. Qualche consigliere in più, nella già folta schiera griffata Zannini, fa sempre comodo. Ed ecco che scatta il golpe. Se questa è democrazia cambiamo subito sistema. Guida e la sua combriccola ci riportano alla Santa Inquisizione. Al rogo i “disobbedienti” per dar vita a una coalizione monocolore. Il colore della vergogna. L’immagine della tracotanza. Il paradigma dell’indecenza. Chi in politica arriva a tanto nella vita non può trasformarsi in meglio. Pessimi amministratori e pessime persone, l’equazione è uno sbocco naturale. “Si vuole silenziare – sbottano Ferrante, Alma, Bortone e Verde – chi non la pensa come chi si illude di comandare. Il favore delle tenebre non ci piace. I compromessi non ci appartengono. Abbiamo sempre preferito agire alla luce del sole. Così è stato. E così sarà”. Sarà una brutta fine. Non per gli epurati. La ghigliottina si ritorcerà contro il boia. Robespierre ne sa qualcosa. L’accozzaglia che governerà Cesa sa una sola cosa: “C’è il Puc da capitalizzare, non disturbare il manovratore”. Non sarà così. Uniti per Cesa farà opposizione dall’esterno. La vigilanza della stampa libera raddoppierà. Molti parlamentari si attiveranno. Gli organi competenti faranno la loro parte. Sarà guerriglia. Cadranno altre teste. Stavolta quelle giuste.
Mario De Michele