Qui le parole, oltre ai conti, non tornano. Al recente convegno sull’ex Municipio Atellano Antonino Santillo ha dichiarato che i consiglieri comunali di Orta di Atella non corrono alcun rischio di incappare nel reato di danno erariale. Una certezza assoluta. Oggi lo stesso sindaco, a pochi giorni dalla manifestazione nello storico immobile, è tutt’altro che convinto. Ha chiesto infatti alla Corte dei Conti della Campania “un parere concernente la possibilità per un Comune in dissesto di concedere in comodato d’uso gratuito ad Amministrazione dello Stato un immobile in comproprietà con altri Comuni” (link in basso). Erano quindi legittime le perplessità avanzate da Italia Notizie? Sembra proprio di sì.
Lascia basiti però l’approccio della fascia tricolore. Si comporta come un ospite di Gigi Marzullo: si fa una domanda e si dà una risposta. Da un lato richiede il parere dei giudici contabili, dall’altro lui stesso rimarca che è tutto in regola elencando leggi e normative. Un sindaco “normale” quando pone un quesito a un organo giudiziario si guarda bene dall’indicare anche la soluzione altrimenti che senso ha richiedere un parere? I magistrati della Corte dei Conti penseranno: “Ma questo ci fa, ci è o ci prende in giro? Non solo. Come mai Santillo non si è rivolto anche al Viminale? Un bel quesito ministeriale avrebbe sbrogliato la matassa. Sgarbo istituzionale volontario o involontario? Ma entriamo nel merito. La proprietà dell’immobile è così ripartita: 47,54% al Comune di Orta di Atella, 31,63% al Comune di Succivo e 20,83% al Comune di Sant’Arpino. Quest’ultimo, indicato come ente capofila, propose l’ex Municipio di Atella di Napoli al bando storico-artistico-culturale 2017 intitolato “Il bene torna “comune”. L’iniziativa fu promossa dalla Fondazione con il Sud che ritenne l’immobile rispondente ai requisiti richiesti. Sulla carta l’obiettivo è nobile: valorizzare l’ex Municipio Atellano con un accordo di programma tra i tre enti locali e il Polo museale della Campania. Il progetto prevede la realizzazione al primo piano dell’immobile di un Museo archeologico. Gli altri spazi sono destinati ad accogliere studenti, promuovere mostre, alimentare la fiammella della cultura e della rinascita del territorio. Iniziativa lodevole. L’acqua si intorbidisce quando si apre il capitolo “partenariato” rivolto al Terzo settore.
AFFARI DI FAMIGLIA E TERZO SETTORE – Chi si aggiudica il bando di 495mila euro della Fondazione con il Sud? La società cooperativa Terra Felix con il progetto “Fabula, laboratorio di comunità”. Il legale rappresentante della coop è Teresa Ubaldini, sposata con Antonio Pascale, fratello di Francesco Pascale, padri di Geofilos. Oltre a genitori, mariti, mogli e cognati spunta anche il nome della sorella Paola Pascale, referente del progetto e membro del cda di Terra Felix (link della visura camerale in basso). Non finisce qui. Il referente di comunicazione è Ivan Esposito, socio di Geofilos. Con il progetto “Fabula, laboratorio di comunità” la famiglia Pascale ottiene la gestione dell’ex Municipio di Atella, particolarmente appetibile perché al suo interno è prevista anche la nascita di un bar-bistrot. Nel giugno 2019 c’è la firma del contratto di locazione tra Sant’Arpino e Terra Felix. Per conto dell’ente locale lo sottoscrivono il funzionario Vito Buonomo e il segretario comunale Mariarosaria Lanzano. A nome dell’associazione firma Teresa Ubaldini in Pascale. Il canone di locazione fa strabuzzare gli occhi: zero euro. Inizialmente è fissato a 12mila euro all’anno. Una mancetta. L’intero importo a carico di Terra Felix viene scomputato per le “spese di ristrutturazione e di adeguamento pari a 168mila euro”. Per coprire tutti oneri la locazione passa da 10 a 14 anni. E per “i primi 14 anni non è prevista la corresponsione di alcun canone”. Andiamo con ordine. Primo punto. Da dove esce l’iniziale cifra irrisoria di mille euro al mese di canone di locazione? È stata effettuata un’indagine di mercato? Appare evidente che per una struttura di tale portata si è ampiamente fuori dai prezzi di mercato. Secondo punto. Chi ha quantificato che i lavori straordinari ammontano a 168mila euro? Sono stati informati gli altri due enti locali? Nel dettaglio quali lavori si devono effettuare? Dov’è il computo metrico? I lavori di ristrutturazione sono stati autorizzati soltanto dal Comune di Sant’Arpino o anche da Succivo e Orta di Atella? Poi c’è una discrasia contabile. Nel bando “Il bene torna comune” della Fondazione con il Sud la stima dei costi di ristrutturazione ammonta a 70mila euro (foto in basso). Perché salgono a 168mila euro? C’è un aggravio di circa 100mila euro. L’Utc di Sant’Arpino come lo giustifica? Se lo giustifica. Un altro punto nero riguarda l’allungamento della durata della locazione da 10 a 14 anni. Per giunta salvo proroghe. Una previsione? Sarà prorogata. I Comuni di Succivo e di Orta di Atella sono stati informati del surplus di 4 anni?
GESTIONE SANTARPINOCENTRICA E LATI OSCURI – Sul fronte “partenariato” emergono strane coincidenze. Spiccano le associazioni Il Colibrì, l’Istituto di Studi Atellani e la Pro Loco di Sant’Arpino. In pratica l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Giuseppe Dell’Aversana fa asso piglia tutto, nonostante sia l’ente locale con la percentuale più bassa di proprietà dell’ex Municipio Atellano. La stessa Terra Felix ha sede legale a Sant’Arpino, in via Marconi 67. Insomma la gestione dello storico immobile è “santarpinocentrica”. Per chiudere il cerchio torniamo al parere alla Corte dei Conti. Santillo batte sempre sul tasto del comodato d’uso gratuito per 80 anni al Polo museale campano (oggi Direzione Regionale Musei Campania). Spostare l’attenzione su un’amministrazione dello Stato è la via più semplice per ammantare di bontà l’iniziativa. Ma nel frattempo ha chiesto agli uffici competenti di Orta di Atella di acquisire l’intera documentazione riguardante la gestione gratuita affidata a Terra Felix? È qui che si potrebbe configurare il reato di danno erariale. Non è un po’ troppo chiedere ai consiglieri comunali ortesi di votare al buio su questioni ancora tutte da chiarire? Per carità, ognuno è padrone del proprio destino. I membri dell’assise hanno il diritto anche di alzare la mano senza avere contezza di ciò che stanno approvando. Se però scatteranno esposti alla Corte dei Conti e alla Procura non servirà a nulla estrarre i fazzoletti dalle tasche. Sarebbero lacrime di coccodrillo.
Mario De Michele
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