La richiesta di arresto di Marco Milanese sarà votata dalla Camera a scrutinio segreto, con il voto elettronico. È questa l’indicazione comunicata dal presidente della Camera Gianfranco Fini ai capigruppo di Montecitorio. Respinta la richiesta del Pdl di votare con il sistema delle palline, per garantire meglio la segretezza del voto.
Fini ha, infatti, ricordato che il regolamento prevede il ricorso alle palline solo quando si guasta il sistema elettronico. Il presidente della Camera, poi, ha fatto appello al “senso di responsabilità di ciascun deputato e dei rappresentanti dei gruppi” a garantire la segretezza del voto sulla richiesta di arresto di Marco Milanese, che sarà votata domani in Aula. Durante la conferenza dei capigruppo, Fini ha ricordato che “è diritto di ciascun deputato” vedere garantita la segretezza del voto, anche se “nessun marchingegno può impedire la volontà di rendere noto il proprio voto”.
Peraltro, ha aggiunto Fini, i deputati possono intervenire in Aula con dichiarazioni di voto, anche nel caso di votazioni a scrutinio segreto, per dichiarare quale sarà il suo comportamento”. Critico su questa decisione il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che aveva chiesto di utilizzare le palline: ”Avevamo chiesto che fosse realmente garantita la segretezza del voto con il ricorso alle palline”, ha riferito, ”dopo la stupefacente modifica di orientamento dei gruppi che avevano contestato lo scrutinio segreto su Papa.Vogliamo che sia assicurata la segretezza e non si ripeta una votazione teleguidata dalle indicazioni di Franceschini su come collocare il dito nel dispositivo”. Per Franceschini questa è una polemica senza fondamento. ”L’altra volta fu una scelta volontaria dei deputati del Pd per tutelarsi dopo che da giorni venivano sospettati di votare contro l’arresto”, ha sottolineato. Comunque, ha aggiunto, ”non darò nessuna indicazione né in Aula né al gruppo sulle modalità di voto, mentre è chiaro che voteremo per l’arresto”. Nessun problema di ‘plenum’. L’aula della Camera è legittimata a votare sul caso Milanese, anche in mancanza di Alfonso Papa, il deputato del Pdl agli arresti nel carcere di Poggioreale. Gianfranco Fini ha respinto i rilievi del Pdl in materia. Il presidente della Camera ha ricordato che la Costituzione riconosce alle Camere il diritto di pronunciarsi sulla restrizione della libertà dei suoi membri, restrizioni che inevitabilmente producono ”effetti” sulla composizione dell’assemblea. Secondo quanto hanno riferito alcuni partecipanti alla riunione, Fini ha rimarcato che, se passasse la tesi che senza Papa non ci sarebbe il plenum dell’aula, ”finirebbe per travolgere tutte le votazioni che sin sono avute dall’autorizzazione dell’arresto di Papa, comprese quelle sulla fiducia al governo e sull’approvazione della manovra”.