“Penso a Melissa, al suo sorriso. A quelle ragazze a scuola al sabato che organizzano il pomeriggio, gli amici, la sera a ballare… non si può accettare questa violenza, non si può tollerare questa strategia della paura che si vuole imporre al Paese. Dobbiamo reagire e dobbiamo farlo subito”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dopo l’attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. In una intervista all’Unità Camusso, tacciando come “belve infami” i responsabili, sottolinea che si è voluto uccidere “proprio delle ragazze, questo è un segno, si vuole colpire chi offre speranza ma appare debole, indifesa”.
“La magistratura e la polizia ci diranno chi sono i registi i responsabili ma questo attentato e i suoi effetti – aggiunge – sono un attacco esplicito alla convivenza civile, alla nostra vita democratica”. Per la leader della Cgil “ci sono troppi segnali, troppe coincidenze che preoccupano”. Il Paese “vive una deriva pericolosa, c’é un senso diffuso di scoramento, di fallimento che non ce la possiamo fare a vivere, a lavorare dignitosamente. Voglio dire con forza che la classe dirigente e i partiti hanno grandi responsabilità. Bisogna stare attenti anche alle parole. Non si possono giustificare gli atti di violenza contro Equitalia”, i “manichini appesi di Casa Pound” o “certi appelli di terroristi irriducibili” o “gli attentati di non ben individuate federazioni anarchiche”. “Avevamo già lanciato l’allarme – sottolinea – ci sono poteri violenti, interessi nascosti che vogliono occupare lo spazio della politica e restringere gli spazi di democrazia”. Il sindacato, conclude, “non abbasserà la guardia e farà, come in passato, la sua parte”.