Silvio Berlusconi potrebbe espiare la sua pena, i nove mesi effettivi dedicati ai servizi socialmente utili, in una struttura per anziani disabili. Lo riferisce il sito di Avvenire. Lo ha proposto l’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna), con una relazione già inoltrata al Tribunale di sorveglianza. Il lavoro non sarebbe particolarmente gravoso – scrive Avvenire.it – visto che lo impegnerebbe un solo giorno alla settimana, di mattina o di pomeriggio a scelta. La Corte europea dei diritti umani ha rifiutato questo la richiesta di imporre allo Stato italiano di applicare con urgenza misure che possano consentire a Silvio Berlusconi di candidarsi per le Europee. Lo si è appreso da fonti di Strasburgo. La richiesta era stata presentata, a quanto si è appreso, dall’avvocato Ana Palacio Una relazione con una proposta operativa su quale attività svolgere qualora dovesse essere accolta la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. Sono queste le poche pagine redatte dall’Uepe, l’ufficio esecuzione penale esterno, che si trovano nel fascicolo per l’udienza di giovedì prossimo in cui, davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano, si discuterà dell’istanza alternativa alla detenzione presentata lo scorso ottobre da Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per il caso Mediaset a quattro anni di carcere, tre dei quali coperti da indulto.
Da quanto si è saputo, la proposta dell’Uepe si aggiunge a quella indicata dai legali dell’ex premier e sulla quale c’è sempre stato il più stretto riserbo. La relazione, che non è un’indagine sociale redatta in base a un colloquio con un operatore, riguarda un eventuale programma di reinserimento del leader di Forza Italia in base al suo contesto sociale, familiare e lavorativo. Intanto, a tre giorni dall’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza, trapelano altri particolari. A decidere se accogliere l’istanza di affidamento o disporre la detenzione domiciliare ci sarà un collegio composto, oltre che dal Presidente Pasquale Nobile De Santis e dal giudice relatore Beatrice Crosti, da due professori universitari in veste di esperti esterni: si tratta di due ricercatori, uno dell’istituto di diritto penitenziario della Statale di Milano e l’altro di criminologia. Così composto, il collegio, dopo aver sentito il parere del sostituto pg Antonio Lamanna, quello degli avvocati di Berlusconi, Franco Coppi e Niccolò Ghedini ed eventualmente le dichiarazioni dell’ex capo del Governo (deciderà all’ultimo momento se presentarsi in aula), avrà cinque giorni per depositare il provvedimento. Qualora la decisione fosse per l’affidamento ai servizi sociali, con l’ordinanza i giudici, oltre a stabilire il tipo di attività sociale, fisseranno una serie di prescrizioni relative alla libertà di movimento e agli orari da rispettare e che Berlusconi sarà costretto a seguire salvo non chieda e ottenga, caso per caso, una deroga: obblighi che possono arrivare al divieto non solo di uscire di casa la sera, ma anche di frequentare determinati posti e soprattutto pregiudicati o tossicodipendenti. Ovviamente, considerando anche che gli è stato ritirato il passaporto, niente viaggi all’estero. Inoltre, dall’anno da espiare, potrebbero essere tolti 45 giorni, come prevede la legge, se nei primi sei mesi il percorso di messa in prova sarà giudicato positivo. Qualora invece venga disposta la detenzione domiciliare (è escluso che possa andare in carcere), questa probabilmente avverrà ad Arcore, luogo indicato come domicilio anche se lo scorso agosto ha spostato la residenza a palazzo Grazioli. Infine c’è da ricordare che il suo ricovero all’ospedale San Raffaele di Milano per un’infiammazione al ginocchio sinistro, aveva fatto pensare ai più malevoli che il leader di Forza Italia si stesse preparando un escamotage, basato sulle sue condizioni fisiche, da giocare in udienza. Sospetto evaporato due giorni fa con le sue dimissioni dall’ospedale dal quale è uscito con le stampelle.