Nessuna tentazione di voto anticipato ma l’intenzione di sostenere il governo dei tecnici fino al 2013 purché il premier Mario Monti ascolti il Pdl, a partire dal ddl lavoro e dando una sterzata dell’azione di governo verso misure per la crescita. Come ai vecchi tempi, oggi Silvio Berlusconi è salito al Colle con il braccio destro di sempre Gianni Letta per rassicurare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla linea che il suo partito ha nei confronti dell’esecutivo.

Nelle ultime settimane, con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative, il clima politico è tornato a surriscaldarsi e distinguo e critiche dai partiti al governo hanno dato fiato ai rumors sul voto anticipato ad ottobre. Un clima che preoccupa il Capo dello Stato che oggi ha pranzato con il Cavaliere ma, a quanto si apprende, nei giorni scorsi ha avuto contatti anche con i leader Pd e Terzo Polo Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. Napolitano, come ha detto con chiarezza a Pesaro in occasione del 25 aprile, auspica che non venga meno l’impegno delle principali forze politiche per collaborare fino al 2013 con Monti per uscire dalla crisi economica. E a questo obiettivo, come è evidente, non fa mancare il suo impegno. Sostegno, quello a Monti, che Berlusconi non avrebbe intenzione, né interesse, di far mancare sia perché consapevole della situazione ancora grave dell’economia sia perché impegnato a rilanciare il Pdl. Però, come ha ribadito oggi anche il segretario Pdl Angelino Alfano, è indispensabile che sul ddl lavoro il governo “apra gli occhi e stia attento e non sordo alle istanze degli imprenditori, dei commercianti e degli artigiani che fanno assunzioni”. Avvertimenti che ieri il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri ha tradotto con un ultimatum ipotizzando il no alla riforma in assenza di modifiche. Il governo però non sembra intenzionato a blindare la riforma. “La ministro Fornero – ha spiegato oggi il viceministro Michel Martone – ha dato disponibilità a migliorare la riforma e ora è importante prestare grande attenzione alle richieste” arrivate dal Pdl. E il lavorio per definire le modifiche che migliorino il ddl lavoro nella parte in entrata spiega il rinvio al 2 maggio dell’inizio delle votazioni sul testo in commissione a Palazzo Madama. Ma c’é un altro tema che, a quanto spiegano fonti parlamentari, il Cavaliere avrebbe posto all’ordine del giorno nell’incontro con Napolitano. Sfogandosi per l’accanimento di “certi” magistrati e per il “fango” contro di lui, l’ex premier avrebbe sostenuto la necessità che il governo porti a termine una nuova legge sulle intercettazioni per evitare gli abusi attuali. Una questione di civiltà per il Cavaliere che purtroppo in passato, nel muro contro muro tra gli schieramenti, é stato impossibile affrontare. Piantati i suoi paletti, però, l’ex premier ha concordato con Napolitano sulla necessità di usare il tempo fino al 2013 per rinnovare la politica, facendo le riforme istituzionali, già in cantiere a Palazzo Madama, e cambiando la legge elettorale, che in realtà nelle ultime settimane è finita nelle secche di dubbi e sospetti incrociati tra partiti.

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