“Alfano non ha colpe e non si tocca. Né lui né il governo”. Lo dice Silvio Berlusconi in un colloquio col Corriere della Sera sul caso kazako: “Non vedo nulla che possa mettere in discussione la stabilità – afferma, – nulla che possa provocare una crisi. Con tutti i problemi che ha il Paese, e i segnali negativi che giungono dall’economia”. “Qualche irresponsabile pensa davvero di far saltare Alfano per far saltare il governo? Non scherziamo”.
Berlusconi giudica “assurde” le mozioni di sfiducia presentate nei confronti del ministro dell’Interno: “impegnano il Parlamento e fanno perdere tempo in un momento così difficile e preoccupante”. Per l’ex presidente del Consiglio la vicenda del rimpatrio della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov è “scabrosa” ma “non può essere da ostacolo alla durata del governo”, anzi alla questione si sta dando “una rilevanza esagerata”. “Questo caso è esemplare – aggiunge l’ex premier, – nel senso che rivela come la burocrazia abbia prevalso sulla politica. È la burocrazia che ha deciso di poter far da sola, muovendosi in piena autonomia e con l’avallo – è bene ricordarlo – di quattro, dicasi quattro magistrati. O i giudici sono bravi solo quando si occupano di Berlusconi? Eh no, i magistrati hanno dato validità formale al provvedimento di espulsione”. “Ai miei tempi, quando venne perpetrata l’intrusione nella mia vita privata con un dispendio di mezzi e uomini degno di miglior causa, il titolare del Viminale dell’epoca non sapeva nulla di nulla. Non seppe mai nulla”. Berlusconi respinge l’idea che sia stato l’ispiratore del piano kazako: “Vengo sempre tirato in ballo, per qualsiasi cosa. La verità è che con questo Nazarbayev io non ho nessun rapporto di amicizia, figurarsi di intimità – precisa. – Sono stato ad Astana una sola volta, di ritorno da un vertice del G8”, “quanto alla storia che l’avrei visto in Sardegna, è una falsità: quel giorno non mi sono mosso da Arcore”.